A questo punto pare che il Ministro dell’Economia Gualtieri avesse ragione quando in Commissione spiegava che il trattato Mes era sostanzialmente chiuso e non emendabile: dal Presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno arriva lo “schiaffo” politico al Premier Conte che giusto questa mattina parlava di possibile slittamento e rinvio della firma sul Salva Stati per trovare l’accordo con la maggioranza M5s, «Sul Trattato Mes abbiamo lavorato molto in questi anni, e preso una decisione a giugno. Da allora è continuato il lavoro tecnico, e oggi faremo il punto, con la prospettiva di firmare le modifiche al Trattato all’inizio dell’anno prossimo». A domanda specifica di un giornalista sula possibilità di riaprire il trattato sulla riforma del Mes – che è poi il mandato avuto dal Governo per Gualtieri – Centeno non ammette repliche «Non vediamo la necessità che questo accada. Stiamo discutendo di dettagli tecnici, l’accordo politico è stato raggiunto. Pensiamo che sia piuttosto importante – ha aggiunto il n.1 dell’Eurogruppo – che ci sia dibattito politico in tutti gli Stati membri, e certamente fra i ministri delle Finanze. Ma non vediamo alcun margine perché la riapertura del testo della riforma accada». Dal vertice Nato interviene poi ancora il Premier Conte che prova a metterci una “pezza” «Per quanto riguarda il Mes non vedo rischi, siamo ai passaggi finali, ma c’è una logica di pacchetto, quindi per quanto riguarda l’Italia rimaniamo vincolati a questa logica». In merito a possibili veti che potrebbe mettere l’Italia, Conte minimizza «Quando il Mes sarà firmato decideranno i responsabili politici dei singoli Paesi, ci sono tempi e modi che decideremo in seguito».



CONTE “POSSIBILE RINVIO”, DELRIO VS DI MAIO “APPROCCIO SBAGLIATO”

Nonostante Giuseppe Conte sembra tendere la mano al Movimento 5 Stelle, una parte del governo non approva la posizione degli stessi grillini in merito al Mes. Fra questi vi è Graziano Delrio, capogruppo del Partito Democratico nonché ex ministro del governo Letta, che intervistato dai microfoni del quotidiano Repubblica ha spiegato: “Vedo minacce del tipo ‘senza di me questo non passa’ oppure ‘noi siamo l’ago della bilancia’. Dobbiamo rispettare tutte le sollecitazioni che vengono dalle forze di maggioranza, a maggior ragione quando arrivano dal partito più forte in Parlamento: il Movimento 5 stelle. Ma l’approccio di Di Maio non mi piace. Ricattare gli alleati non può essere un metodo“. Delrio aggiunge di non temere le elezioni: “Abbiamo bisogno – prosegue e conclude – di un patto sulla base di quello che abbiamo deciso ad agosto nel programma di governo e sui temi comuni che anche Beppe Grillo ricorda continuamente: un’agenda per l’ambiente, l’attenzione alla giustizia sociale, un nuovo sviluppo sostenibile. Se qualcuno pensa che non sia possibile farlo ce lo dica chiaramente. Non intendiamo correre dietro a nessuno“. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MES, CONTE: “POSSIBILE IL RINVIO”

Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, è stato incalzato nuovamente sull’annosa vicenda Mes, il fondo salva-stati che ormai da una settimana a questa parte sta creando un acceso dibattito politico. «Il M5s chiede di rinviare il Mes? Noi ci stiamo muovendo in una logica di pacchetto – replica il Premier ai microfoni del Corriere della Sera – abbiamo fatto un vertice di maggioranza su questo. Pacchetto significa che il progetto comprende unione bancaria e monetaria: è giusto che l’Italia si esprima solo quando avrà una valutazione complessiva su dove si sta andando, io ancora non ho firmato nulla, tantomeno una cambiale in bianco. Già domani si entrerà nel vivo sul dossier dell’unione bancaria, io non ho nessuna intenzione di firmare in bianco». Quindi Conte tende la mano ai grillini: «Di Maio dice che come Movimento 5 stelle è l’ago della bilancia, io dico che è giusto, sottoscrivo. Per andare avanti serve l’accordo tra tutte le forze che sostengono il governo. Lavoriamo in un percorso che è collettivo e le riforme che adotteremo saranno sempre nell’interesse dei cittadini». Poi, sempre sul fondo salva-stati, il massimo esponente dell’esecutivo aggiunge: «Sul Mes ho ricostruito quello che è accaduto, e sino a quando non si appone una firma ci sono sempre margini per migliorare un Trattato, non mi interessa se gli altri Paesi considerano chiuso l’accordo«. Quindi in conclusione lo stesso Conte non esclude un rinvio del Mes, come appunto auspicato da giorni da parte dei pentastellati: «No, non lo escludo. Abbiamo evitato già tante insidie, io non ho abbracciato in Parlamento fideisticamente il Mes. Però bisogna dire che esiste già. Bisogna evitare la fanfara propagandistica che fa salire lo spread, l’Italia ha un debito sostenibile e il Mes si attiva su base volontaria. Ci siamo battuti perché la valutazione del debito non fosse automatica». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MES, DI MAIO A DIFESA DI CONTE

Caos Mes per il Governo giallorosso, con l’opposizione sul piede di guerra. Meloni e Salvini in prima linea contro il premier Conte, M5s-Pd-Italia Viva a confronto per valutare il da farsi. Intervenuto ai microfoni di Di Martedì, il leader grillino Luigi Di Maio ha gettato acqua sul fuoco: «Con il presidente Conte mi sono sentito due ore fa e siamo in piena sintonia sia sul Mes che sul tema della prescrizione». Il ministro degli Esteri ha sottolineato che «il ministro dell’Economia Gualtieri è stato largamente frainteso, non ha mai usato il termine “inemendabile”». Come spiega Di Maio, «Gualtieri ha detto “siamo a un negoziato, se mi dite di cambiare le cose bisognerà combattere, perché non è semplice», sottolineando di nutrire fiducia verso «tutti i componenti di questo Governo». «Il ministro Gualtieri è stato molto bravo a intercettare le sensibilità di tutte le forze politiche di questo Governo ma non mandato di firma», ha aggiunto Di Maio: «Prima di che si esprima il Parlamento, non si può chiudere niente: né il Mes, né gli altri accordi». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

MES, MARCUCCI AL M5S: “E’ UN GOVERNO DI COALIZIONE”

Prosegue la querelle sul Mes, il fondo salva-stati, una lotta senza esclusione di colpi fra governo e opposizione, e non solo. Anche all’interno dello stesso esecutivo si dibatte, ed in particolare il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico sembrano pensarla diversamente sulla medesima questione. A riguardo vanno sottolineate le parole del deputato Michele Gubitosa, esponente pentastellato, che ha spiegato: “Il Mes va migliorato perché, con questo contenuto, non conviene al nostro Paese e, per noi, non è possibile votarlo”. Gubitosa ha poi aggiunto: “il M5s sta lavorando a una risoluzione di maggioranza, che tenga conto di tutte le nostre perplessità, in modo che siano portate ai tavoli dell’Ue”. All’esponente grillino sembra voler rispondere il democratico Marcucci: “Inutile ignorare i rischi, io però scommetto sul buon senso – le parole ai microfoni del quotidiano La Stampa sulla tenuta del governo – il M5s non è alla guida di un monocolore, questo è un governo di coalizione, dove le posizioni di tutta la maggioranza devono essere tenute in considerazione. Il Pd non può giocare solo da mediano, ci sono le condizioni perché riesca ad esercitare una leadership nella maggioranza, quindi non solo a subire l’agenda, ma talvolta anche a dettarla”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

MES, SALVINI DURO SUL PREMIER CONTE

Il giorno dopo l’”apocalisse” in Senato tra il premier Conte e Matteo Salvini torna l’accesa sfida sul Mes, in attesa che all’Eurogruppo il Ministro dell’Economia Gualtieri prosegua la trattativa e chieda un primo slittamento della firma in attesa del “pacchetto di riforme” che si dovranno accompagnare assieme al “nuovo” fondo Salva Stati. Parlando dalla conferenza stampa nella sede del Parlamento Europeo a Bruxelles, il leader della Lega Salvini torna sullo scontro di ieri e ribadisce «il dibattito sulla riforma del Mes è aperto. Non pretendo di avere ragione. Noi abbiamo una posizione, rispetto la posizione contraria: quello che non accetto è la presa in giro del Parlamento e del popolo italiano, che si esprime attraverso il Parlamento». Dopo le accuse e lo scontro a Palazzo Madama, Salvini non abbassa i toni e prosegue anche dai palazzi Ue «Se il Parlamento ti dà un chiaro mandato a rinegoziare e a non firmare – continua l’ex Ministro degli Interni – tu, se cambi idea, devi tornare in Parlamento a chiedere il permesso di firmare una cosa che non avevi il permesso di firmare, di contrattare, di accordare, ditela come volete. Oggi c’è su tutti i giornali un dibattito interno alla maggioranza e, ne sono contento, anche in seno al Paese».

MES, DI MAIO-DI BATTISTA: “COSÌ LA RIFORMA NON VA”

Per Salvini qualcuno nel Governo ha mentito: o Gualtieri nell’aver detto che la riforma è sostanzialmente “chiusa” oppure il Premier Conte parlando ieri al Senato: «La nostra posizione e quella dei Cinquestelle è che il trattato così com’è non è accettabile: va rivisto, ridiscusso, ridisegnato, emendato, che è l’esatto contrario di quello che arrivava ieri da Bruxelles: ‘Tanti saluti, il pacchetto è chiuso, prima si chiude meglio è’. Ma mi sembra – sostiene ancora Salvini – che il presidente del Consiglio pro tempore abbia diversi problemi: non lo invidio». L’avvicinamento tra Lega e M5s vede però subito il netto “allentamento” dei vertici grillini, in primis Di Maio: su Facebook questa mattina ha scritto «Giuseppe Conte ha detto ieri che tutti i ministri sapevano di questo fondo. Sapevamo che il Mes era arrivato ad un punto della sua riforma, ma sapevamo anche che era all’interno di un pacchetto, che prevede anche la riforma dell’unione bancaria e l’assicurazione sui deposito. Per il M5S, queste tre cose vanno insieme e non si può firmare solo una cosa alla volta», sottolinea il Ministro degli Esteri che poi attacca direttamente Salvini «Non so cosa sapesse il leader della Lega sul negoziato per la riforma del Mes e non mi interessa. Mi basta vedere la sporca campagna mediatica che sta portando avanti per capire le sue intenzioni. Il Movimento sapeva quello che era agli atti pubblici e fruibili da tutti. E sfido chiunque, per quanto riguarda il sottoscritto, a provare il contrario». La linea Di Maio trova subito il plauso di Alessandro Di Battista, che torna a parlare dopo il silenzio negli scorsi giorni dovuta alla morte dell’amata madre Maria Grazia, «Concordo con Luigi. Così non conviene all’Italia. Punto». Salvini però prosegue nel suo attacco frontale al Premier e sempre da Bruxelles rilancia «noi abbiamo reiteratamente, dall’anno scorso, invitato il ministro Giovanni Tria a venire in Commissione e in Parlamento, senza sortire alcun effetto. Ci è sempre stato detto ‘tranquilli, non abbiamo preso alcun impegno’. Poi si legge sui giornali che qualcuno, magari per motivi non esclusivamente di interesse nazionale, lo aveva preso l’impegno».