Matteo Salvini sa bene che se il consenso della “sua” Lega dovesse scendere dal 36% com’era al di sotto del 25% più di un problema potrebbe arrivare in sede di Consiglio Federale per quello che resta anche nel pieno dell’emergenza coronavirus il primo partito d’Italia. Dopo il retroscena pubblicato da “Repubblica” nei giorni scorsi sulla rottura forte tra il n.2 Giancarlo Giorgetti e il suo Segretario, Salvini in diretta a “Non è l’Arena” aveva smentito così «Le indiscrezioni di Repubblica valgono meno dei Topolino che ho alle spalle». Eppure secondo Dagospia non solo la lite è vera ma sul fronte Mes sarebbero quasi venuti alle mani (in senso figurato, essendo tutti e due da remoto in streaking): non è nascosto il fatto che Salvini reputi la possibilità di una firma dell’Italia sul trattato europeo in programma nel prossimo Consiglio Ue come la possibile scintilla in grado di far saltare il banco del Governo Conte, con il M5s che ha già fatto capire che l’adesione al Mes porterebbe un grossissimo problema in termini di tenuta della maggioranza (in spycialmodo l’area Fico-Di Battista).
La linea di Salvini (e Meloni) è semplice: puntare tutto sull’anti-Salva-Stati e “sperare” che i giallorossi si auto-eliminino da soli, avanzando poi la possibilità di un cambio al vertice per i prossimi decisivi mesi di ripresa dal coronavirus. Di contro però, Giorgetti rappresenta (non da oggi, ndr) la linea “moderata” della Lega che crede fermamente nella possibilità di accettare un aiuto europeo, specie un Mes “light” con la garanzia che sarà poi la Bce a sostenere la liquidità per la ripresa, di fatto il piano di Mario Draghi (amico del “bocconiano” Giorgetti).
FRATTURA LEGA, SPUNTA L’IPOTESI GIORGETTI-ZAIA PER IL FUTURO
Secondo Repubblica proprio su questo punto i due leader della Lega avrebbero trovato forti distanze fin quasi all’arrivare alla rottura definitiva: Giorgetti imputa la linea anti-europea di questi giorni di Salvini del tutto suicida e che non porterà a niente di buoni nei prossimi mesi in cui l’Italia avrà bisogno eccome del sostegno europeo per non trovarsi nella “palta” come se non peggio della Grecia di pochi anni fa. Dopo la smentita di Salvini («Con Giorgetti ci parlo tutti i giorni, la linea della Lega è una sola)», è Dagospia a tornare sullo scontro spiegando «Da fonte certa, la rottura nella Lega tra Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti sembra insanabile. Nell’ultimo faccia non solo si sono divisi, come riportato da “Repubblica”, ma la tensione è salita al punto da arrivare quasi alle mani…».
In attesa di ulteriori, eventuali, smentite da parte del Carroccio, la possibilità che nei prossimi mesi Mattarella possa tentare la carta di un Governo di unità nazionale con dentro anche l’ala moderata della Lega non è più fantapolitica: ancora Dagonews “sibila” «se il M5s si è polverizzato, qualcosa nella Lega succederà, dalle vette del 36% il Carroccio ormai galleggia intorno al 36% e Salvini sa bene c he la soglia è il 35%: se va sotto può succedere che la linea europeista di Zaia, Fontana e Giorgetti, lontana dal sovranismo alla Bagnai-Borghi dell’ex Truce, prende il sopravvento».