«Il no al Mes è definitivo, l’Italia non dovrà mai attivarlo», non poteva essere più netto il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, il più diplomatico e stimato esponente di Governo del Movimento 5 Stelle, all’indomani della tregua invocata da Conte sui propri alleati dell’esecutivo circa il tema del Fondo Salva-Stati. Mentre oggi i Ministri dell’Economia Ue si riuniscono per preparare il prossimo Consiglio Ue (qui tutti gli scenari), il titolare del Mise lancia una sfida tutt’altro che “minima” al suo stesso Presidente del Consiglio: nell’intervista ad Agorà Patuanelli aggiunge «al momento il Mes è quello che conosciamo e impone delle condizionalità pericolose. Aspettiamo cosa uscirà dal Consiglio Europeo. Se lì si decide di rompere il Mes come un salvadanaio, prendere i soldi e usarli, allora vuol dire che abbiamo rotto il Mes».
La tensione è palpabile con lo scontro a distanza tra M5s e Pd che non si placa neanche dopo la tregua infocata dal Premier Conte ieri sera. Nel frattempo, fuoco interno ma anche esterno per il Governo visto il rinvio di fatto del voto in Parlamento che ha fatto scatenare l’ex Ministro Salvini e tutto il Carroccio «Chi va a Bruxelles senza il voto del Parlamento è fuori legge: poi se si vota a favore del Mes è la democrazia. È fondamentale avere il voto prima e non dopo il negoziato in Ue». (agg. di Niccolò Magnani)
LA “TREGUA” DI CONTE
«Sul Mes sta lievitando un dibattito che rischia di dividere l’intera Italia secondo opposte tifoserie e rigide contrapposizioni», così esordisce Giuseppe Conte in un lungo post pubblicato su Facebook. Il premier ha chiesto una tregua a M5s e Pd dopo le polemiche delle ultime ore, promettendo di studiare il pacchetto generale del fondo salva-Stati per poi valutare se conviene o meno all’Italia: «Io, e qui parlo da Presidente del Consiglio e da avvocato, prima di dire se un finanziamento conviene o meno al mio Paese voglio prima battermi perché non abbia, in linea di principio, condizioni vessatorie di alcun tipo. Dopodiché voglio leggere e studiare con attenzione il regolamento contrattuale che condiziona l’erogazione delle somme. Solo allora mi sentirò sicuro di poter esprimere, agli occhi del Paese, una valutazione compiuta e avveduta».
Non è tardato ad arrivare la replica di Matteo Salvini: «Ma come, Conte non aveva forse detto in diretta su tutte le tivù che non avrebbe mai usato il MES? Che il MES non serviva e quindi non serviva nemmeno parlarne? Se ha cambiato idea, come pare, è necessario, giusto, doveroso e trasparente che ci sia un voto in Parlamento PRIMA della riunione del Consiglio europeo del 23 aprile, questo prevede la legge 234/2012 e, mi si permetta, anche la Democrazia». (Aggiornamento di MB)
MES, SCONTRO M5S-PD: CRIMI DIFENDE CONTE
Non si placano le polemiche sul Mes, si inasprisce lo scontro tra M5s e Pd: tira una brutta aria per il Governo giallorosso. Se il Centrodestra si è spaccato sull’utilità del fondo salva-Stati – Berlusconi ha criticato il “no” di Salvini e Meloni – la maggioranza non se la passa meglio: alla vigilia della riunione dei ministri dell’Economia Ue, i grillini accusano i dem di voler mettere in discussione il premier Conte.
Intervenuto ai microfoni de Il Fatto Quotidiano, il capo politico pentastellato Vito Crimi è netto: «L’Italia non farà mai ricorso al Mes: noi Cinque Stelle non potremo mai accettarlo. Renzi e il Pd mettono in discussione la linea del governo e del presidente del consiglio Conte». Nonostante il giudizio positivo del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, per il Movimento 5 Stelle l’opportunità di accedere al Mes per fronteggiare l’emergenza coronavirus «rimane una fregatura», spiega Crimi, che legittima la posizione del presidente del Consiglio: «Il governo non ha intenzione di ricorerre ai fondi né oggi né mai».
MES, SCONTRO M5S-PD: TENSIONE AL GOVERNO
Il Partito Democratico negli ultimi giorni ha aperto al “sì” alla versione senza condizionalità del fondo salva-Stati, seguendo la strada battuta da Confindustria, Italia Viva e, da ieri, Forza Italia. E le parole di Vito Crimi non sono passate inosservate in casa dem, ecco il commento di Andrea Marcucci a Repubblica: «Conte non rischia sul Mes, è il governo che ha ottenuto questo miracolo, trasformando il Mes. Ho difficoltà a comprendere la posizione dei 5Stelle». Così, invece, Graziano Delrio: «No, non si mette in discussione nulla, abbiamo solo detto che se non ci sono condizioni capestro il nostro paese deve utilizzare tutte le risorse, non capisco perché non utilizzare il fondo se c’è bisogno».
La contro-replica M5s è arrivata dal sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, che non è andato per il sottile: «Delrio ha ammesso candidamente di non sapere nulla sul tema ma comunque, alla cieca, si è lanciato contro la linea sul Mes del governo e del presidente Conte». Infine, per il viceministro al Mise Stefano Buffagni non parliamo di «soldi regalati, il fondo salva-Stati ci impone dei limiti che dovrà pagare pure mio figlio tra 30 anni». A suo avviso, in sintesi, è «un cappio al collo».