Mes senza condizioni? Manuela Donghi ha qualche dubbio rispetto al fatto che il Fondo salva-Stati possa essere attivato senza condizionalità ad eccezione che la linea di credito, che per l’Italia si tradurrebbe in un prestito da 37 miliardi di euro, venga dirottata sulle spese sanitarie dirette ed indirette. La giornalista, intervenuta a Rai News 24, ha spiegato: “Cerco di leggere e informarmi sui documenti ufficiali. Io ho qui la lettera firmata dal commissario all’Economia Gentiloni: al punto 7 viene citato l’articolo 14 di questo regolamento numero 472 del 2013. Si tratta del regolamento per il monitoraggio economico dei Paesi membri dell’Unione Europea. Vado all’articolo 14 ed è quello sulla sorveglianza post-programma. C’è scritto che uno Stato membro può esservi soggetto finché non avrà rimborsato almeno il 75% dell’assistenza finanziaria ricevuta. Se andiamo al punto 3 si legge: ‘La Commissione effettua, d’intesa con la Bce, missioni di verifica periodiche dello Stato membro soggetto alla sorveglianza, allo scopo di verificare la situazione economica e finanziaria, e valuta in particolare se siano necessarie misure correttive’.
MES SENZA CONDIZIONI? MANUELA DONGHI: “NEL REGOLAMENTO SI PARLA DI MISURE CORRETTIVE…”
Ed è proprio questo il passaggio cruciale che a Manuela Donghi fa storcere il naso: “Con tutta la buona fede che possiamo avere non mi quadra cosa possa voler dire questo ‘misure correttive post-programma’. Il fatto che ci siano dei dubbi sul prosieguo dell’aiuto che arriva dal MES sta proprio in questa frase. Posso essere d’accordo ma mi aspetto che Gentiloni o chi per lui ci spieghi cosa possono indicare queste misure correttive, l’Italia ha una situazione economica precaria. La Commissione ha stabilito che il PIL perderà oltre il 9%, peggio di noi solo la Grecia”. Manuela Donghi si pone dunque tre quesiti non marginali: “Siamo sicuri che alla fine di questo aiuto sapremo dimostrare di avere i conti a posto? Queste condizioni ci saranno o no? Alla fine, saremo noi a rimanere fregati?”.