Nella serata di ieri è stato raggiunto l’accordo all’Eurogruppo in merito al Mes: gli stati membri potranno utilizzare 540 miliardi di euro senza alcuna condizione, ma solo per le spese sanitarie. L’Italia ha deciso di accettare la proposta messa sul tavolo, anche se il nostro governo avrebbe preferito la possibilità di utilizzare il Fondo salva stati a 360 gradi. Poco soddisfatto, giusto per dire un eufemismo, il leader della Lega, Matteo Salvini, che ha commentato l’accordo raggiunto ieri sera con tali parole: “Non ci sono gli Eurobond che voleva Conte ma c’è il MES, una drammatica ipoteca sul futuro, sul lavoro e sul risparmio dei nostri figli”.



L’ex ministro dell’Interno ha proseguito dicendo: “Dal 1989 ad oggi l’Italia ha versato all’Europa 140 miliardi, ora per averne a prestito 35 ci mettiamo nelle mani di un sistema di strozzinaggio legalizzato. Oltretutto, senza nessun passaggio in Parlamento, come più volte richiesto dalla Lega. Siamo fuori dalla legge, siamo alla dittatura nel nome del virus. Presenteremo mozione di sfiducia al ministro Gualtieri. P.S. Se il governo olandese festeggia, vuol dire che è una seconda Caporetto”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MES, COSA HA ACCETTATO ITALIA? “CONTE NON LO HA FIRMATO”

MES, EUROGRUPPO TROVA L’ACCORDO, SOLDI PER SANITÀ

Accordo trovato l’Eurogruppo dopo una trattativa fiume: secondo quanto si legge nelle conclusioni, “Il solo requisito per accedere alla linea di credito del Mes sarà che gli Stati si impegnino a usarla per sostenere il finanziamento di spese sanitarie dirette o indirette, cura e costi della prevenzione collegata a Covid19. La linea di credito sarà disponibile fino alla fine dell’emergenza. Dopo, gli Stati restano impegnati a rafforzare i fondamentali economici, coerentemente con il quadro di sorveglianza fiscale europeo, inclusa la flessibilità“. Dunque, l’auspicato passo indietro fatto da Olanda e Italia dice ok a un Mesmodificato“, in cui l’unico requisito di sostenimento delle spese sanitarie dovute all’emergenza coronavirus darà il via ad un’apertura di credito che il Commissario Europeo all’economia Paolo Gentiloni, in un tweet, “L’Eurogruppo ha trovato l’accordo. Un pacchetto di dimensioni senza precedenti per sostenere il sistema sanitario, la cassa integrazione, la liquidità alle imprese e il Fondo per un piano di rinascita. L’Europa è solidarietà“. E’ arrivato anche il commento del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri; “Messi sul tavolo i bond europei, tolte dal tavolo le condizionalità del Mes. Consegniamo al Consiglio europeo una proposta ambiziosa. Ci batteremo per realizzarla“. (agg. di Fabio Belli)



“SERVE PASSO INDIETRO DI ITALIA E OLANDA”

Prosegue la riunione dell’Eurogruppo sul pacchetto per rispondere all’impatto economico della crisi del Coronavirus e secondo fonti interne l’accordo sembra sempre più vicino, dopo una fase di stallo e grandi tensioni. Ma per raggiungerlo occorre “un passo indietro” da parte di Olanda e Italia, ovvero le due parti più intransigenti nella trattativa in essere. L’Olanda è la Nazione che meno vuole accordare deroghe per aiuti finanziari che prescindano dal Mes, che invece è stato rifiutato con forza dall’Italia come affermato dallo stesso presidente Conte. Si attende ora l’inizio della nuova riunione dei ministri delle Finanze dell’Eurogruppo ma le indiscrezioni parlando di un compromesso sempre più vicino, che prevederebbe una condizionalità leggera per il ricorso al Mes affiancato però alla creazione di un Fondo per la ripresa ad hoc, che potrebbe sostituire gli Eurobond richiesti dall’Italia. (agg. di Fabio Belli)

“ACCORDO ANCORA POSSIBILE”

«Sembra che un accordo sia possibile, la pausa di un giorno ha contribuito a fare in modo che tutti abbiano rafforzato la propria volontà di arrivare ad una soluzione comune»: ad affermarlo poco prima dell’inizio dell’Eurogruppo è il Ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz, reduce da un fitto scambio nelle ultime 24 ore con l’omologo di Parigi Bruno Le Maire e dopo “l’intercessione” della cancelliera Angela Markel direttamente con il Premier italiano Giuseppe Conte. È la stessa leader Cdu a rivelarlo ai cronisti che chiedevano cosa ne sarebbe stato del Mes e degli eurobond all’interno dello schema di aiuti Ue contro il coronavirus: «Non credo che si debba avere una garanzia comune dei debiti, quindi respingiamo gli eurobond. Ci sono tanti altri strumenti di solidarietà, si possono trovare delle buone soluzioni» ha spiegato la Merkel aggiungendo «Ho parlato a lungo giorni fa con il premier italiano Giuseppe Conte. Siamo d’accordo che vi sia una urgente necessità di solidarietà, l’Europa vive le sue ore forse più difficili. La Germania è pronta a dare solidarietà e si sente in dovere di darla. Possiamo valutare quali siano gli strumenti più adatti, penso che oggi all’Eurogruppo si potrà trovare un accordo».

L’Olanda resta durissima sul fronte eurobond e non ammette utilizzo di altri strumenti simili, mentre Berlino con Parigi sono assai più “morbidi” nel tentare una strada, però partendo dalla firma finale all’accordo di stasera con l’impianto di Mes “light” che fino all’ultimo l’Italia tenterà di modificare ma che con ogni probabilità poi finirà con l’aderirvi, seppur controvoglia. «Abbiamo bisogno degli Eurobond per non far perdere competitività a tutta l’Europa – ha ribadito ancora Conte -. E’ nell’interesse reciproco che l’Europa sia all’altezza della sfida, altrimenti dobbiamo assolutamente abbandonare il sogno europeo e dire ognuno fa per sé»: dal braccio di ferro chi ne uscirà vincitore?

GERMANIA CON L’OLANDA: “NO AGLI EUROBOND”

Non buone notizie per l’Italia in attesa dell’inizio dell’Eurogruppo delle ore 17: la cancelliera Angela Merkel ha ribadito la sua contrarietà all’opzione eurobond per contrastare l’emergenza coronavirus, poco fa durante una riunione in videoconferenza del suo gruppo parlamentare Cdu-Csu. A riferirlo è la Dpa e la conferma arriva di fatto a poche ore dalla medesima contrarietà manifestata dell’Olanda per i bond emessi a livello comunitario: al netto di ciò, la stessa fonte dalla Dpa riferisce che la Merkel non ha trovato «l’unione politica» per i coronabond. A favore invece resta la Spagna, che pure con la Francia sembra orientata a dare l’ok al Mes “light” proposto da Scholz e Le Maire: «L’attività economica in Italia e Spagna è ferma, «noi dobbiamo garantire che tutti possano andare sui mercati allo stesso modo per affrontare la crisi» spiega Josep Borrell, alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza ma anche economista spagnolo.

«Per stabilizzare le economie e affrontare situazioni di crisi, come quella attuale in Italia. E’ il momento di agire visto che i Paesi più colpiti dalla pandemia vanno incontro a una massiccio aumento del debito», ha ribadito ancora Borrell nell’intervista a Repubblica. Nel frattempo poco fa in Senato (per le votazioni sul Decreto Cura Italia, ndr) il leader della Lega Matteo Salvini ha annunciato «sfiducia a Conte se dice sì al Mes. Governo se ne sta fregando di quello che i cittadini e il Parlamento hanno richiesto loro». Di contro, il sottosegretario all’economia Villarosa (M5s) ha fatto sapere che se non ci saranno gli eurobond nell’accordo in Eurogruppo, allora l’Italia «recederà il Mes».

MARATTIN “PROPOSTA FRANCIA È UN DOPPIONE”

Luigi Marattin, deputato di “Italia Viva”, è intervenuto nella mattinata di oggi, giovedì 9 aprile 2020, in collegamento con gli studi televisivi di La7 per dire la sua sulla questione Mes. L’unico modo per fare gli Eurobond è dare all’Unione Europea una capacità fiscale, che ad oggi non ha – ha affermato –. Il cammino degli Eurobond è dunque un cammino di lungo periodo, che inizierà con questa crisi. In alternativa, può essere creato un fondo in cui ogni Stato ripone un pezzo del suo capitale: esiste già dal 2012 e si chiama Mes”. Secondo Marattin il Mes è l’unica occasione possibile per giungere all’emissione di titoli di debito comune, in quanto il capitale è già stato versato, e si dovrebbe porre un’unica condizione ai Paesi che ne beneficeranno: utilizzare l’importo erogato esclusivamente per spese connesse al Coronavirus, senza richiedere un’analisi preventiva della sostenibilità del debito. “In questo modo – ha concluso Marattin – si potrebbe dire di sì al Mes, scartando al tempo stesso il recovery found proposto dai francesi, che sarebbe soltanto l’ennesimo doppione”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)

MES, IL PIANO DELLA FRANCIA SENZA EUROBOND

«Il Mes per dimensioni e caratteristiche non costituisce lo strumento adatto», spiega il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri nell’intervista pre-Eurogruppo al Sole 24 ore, confermano la linea “dura” approntata dal Premier Conte ieri sera alla Bild. «Altro discorso – prosegue però – è se nel quadro di un pacchetto di proposte che includesse la proposta di fondo per la ripresa finanziato con titoli comuni, il Mes offrisse agli Stati interessati linee di credito senza condizionalità»; ed eccoci dunque tornati alla posizione avanzata da Conte nella conferenza stampa dell’ultimo Decreto Liquidità. Serve un accordo che possa anche includere il Fondo Salva-Stati (su questo l’Italia è del tutto isolata in Ue, anche la Spagna ormai accetta una soluzione del genere) ma non avere particolari condizioni per il rientro dal prestito almeno sul fronte sanitario-medico (ma non solo).

L’Olanda ha fatto votare in Parlamento due mozioni contro eurobond e Mes “senza condizioni” il che rende ancora più difficile la discussione europea, con la Francia che si appresta a trovare la chiave per uscire dalla “trappola”. il «recovery found» lanciato da Macron e Le Maire vede al momento l’ok di Berlino e di Madrid, un fondo per la ripresa Ue che potrebbe essere la modalità con cui il Governo Conte accetta il Mes ma tiene aperta la possibilità di eurobond per i prossimi mesi. Ma il problema è come potrà funzionare questo fondo, con la difficile possibilità che contenga risorse “imponenti” a fronte del bisogno alto di molti Paesi per rientrare della crisi già in corso. Per questo il Mes comunque sarà firmato, in un modo o nell’altro, resta da capire in che termini e con che “posizione” avanzata dall’Italia.

OGGI L’EUROGRUPPO DECISIVO SUL MES

Sono giorni convulsi, anzi settimane, e l’Europa davanti alla grande emergenza coronavirus ancora non è riuscita a partorire un accordo stabile: il tavolo del gioco è il medesimo che abbiamo visto all’Eurogruppo di due giorni fa, quando dopo una intera nottata di trattative il Presidente Centeno si è visto costretto a rinviare il tutto a oggi pomeriggio. Mes, eurobond, Sure, BeI e bilancio Ue: questi termini riecheggiano ormai da giorni con l’Italia che assieme a Spagna e Francia prova a convincere i “falchi” del Nord e la stessa Germania di poter uscire dalla crisi comunitaria non con un Fondo Salva-Stati che introduca poi obblighi sul debito, bensì con specifiche emissioni “comuni” chiamate eurobond o da alcuni addirittura coronabond. Il nodo principale resta uno e uno solo che ha spaccato l’Eurogruppo e la Commissione Ue in questi giorni: il Mes. Davanti all’ipotesi dello schema “a 3”, l’Italia finora non ha dato il suo via libera: Mes light senza troika da 400 miliardi di euro; sostegno della Banca Europea degli Investimenti per 200 miliardi; dispositivo “Sure” lanciata dalla Commissione Europea per sostenere con prestiti fino a 100 miliardi la “cassa integrazione” europea.

Vi era anche un quarto punto richiesto da Gentiloni, Gualtieri e i Ministri di Spagna e Francia, ovvero l’emissione degli eurobond sul quale però si è trovata la posizione intransigente di Olanda e Germania. Oggi Centeno proverà a trovare una mediazione dopo che Bruno Le Maire ieri ha trovato una sorta di accordo con l’omologo tedesco Olaf Scholz per salvare “capra e cavoli”: le parole ieri di Conte però hanno di nuovo rischiato di far saltare il tavolo «Non dobbiamo arretrare rispetto a Cina e Usa che mettono al momento a disposizione il 13% del loro Pil. Io chiedo un ammorbidimento delle regole di bilancio. Altrimenti dobbiamo fare senza l’Europa e ognuno fa per sé».

MES O EUROBOND? GLI SCENARI IN CAMPO

«La delusione non è mia, di Giuseppe Conte, la delusione è di tutti gli europei, anche dei cittadini tedeschi, ne sono convinto. Nessuno ha un vantaggio se l’Europa non riesce a mettere in piedi una reazione concreta e solida, qui non si tratta di Italia. Non abbiamo mai vissuto una situazione d’emergenza di questo tipo perciò sono i cittadini europei che si aspettano una soluzione europea», ha spiegato ancora il Premier Conte in una intervista alla Bild collegato da Palazzo Chigi. Mes “light” ed eurobond? Per ora la proposta rinnovata dell’Italia ancora ieri con Gentiloni (Commissione Ue) e Gualtieri (Mef) è stata rigettata dall’Olanda e anche per la riunione prevista per oggi alle ore 17 sono ancora in corso le trattative dei singoli “scherpa”.

L’Olanda insiste nel difendere una condizionalità più esplicita dopo la fine della crisi sanitaria per i prestiti del fondo salva-Stati mentre Germania e Francia sarebbero invece più inclini ad ascoltare l’ala italo-spagnola per provare a trovare una quadra che eviti il default politico della Commissione Ue. Macron ha rilanciato con una speciale proposta sul fondo Spv (Special Purpose Vehicle) a tempo che possa emettere obbligazioni «a medio-lungo termine a tassi più convenienti di quelli che i singoli Stati potrebbero spuntare sul mercato», come spiega il Corriere della Sera. Lo scenario principe è che alla fine si possa strappare un accordo in extremis con “limature” sui termini per permettere a tutti i Ministri di andare in Parlamento e rivendicare la propria “vittoria” senza per questo determinare la spaccatura dell’Unione.

BEI+MES, LA PROPOSTA DI BANCA INTESA

Sul fronte Italia, lo spiegava giusto ieri Carlo Altomonte, professore di Politica economica europea all’Università Bocconi, «il miglior compromesso sarebbe quello di un Mes senza condizionalità nel breve, per coprire le spese legate all’emergenza sanitaria, accompagnato da un accordo sul progetto francese di eurobond da inserire nel nuovo bilancio europeo 2021-2027». È di fatto la proposta della Spagna che ieri notte il Premier Conte ha provato a limare assieme a Gualtieri e Di Maio in un vertice-fiume a Palazzo Chigi. Nel frattempo, al netto della voce grossa fatta dal Presidente del Consiglio nell’intervista al quotidiano tedesco, è emersa da Milano una nuova possibile proposta presa in considerazione dal Governo e giunta direttamente dal board di Banca Intesa Sanpaolo: «Facendo ricapitalizzare la Banca europea degli investimenti dal Meccanismo europeo di stabilità, con uno “schema sinergico” architettato in modo da superare sia le resistenze di alcuni Stati ai prestiti del Mes sia i timori dei ‘nordici’, a cominciare dall’Olanda, a mutualizzare i prestiti ai singoli Paesi».

Lo ha spiegato a Repubblica Carlo Messina, a.d. di una delle banche più potenti d’Europa, per l’appunto Intesa Sanpaolo: «il Mes si indebita sui mercati e ricapitalizza la Bei con 100 miliardi, la Bei con la sua leva di oltre sei finanzierebbe 600 miliardi di progetti in Europa, circa 100 miliardi destinati all’Italia per la sua quota parte di azionista». In questo modo il Mes resterebbe l’unico finanziamento mutualizzato ma non usato per finanziare i singoli Stati (come teme l’Olanda) bensì per ricapitalizzare un’istituzione solida come la Bei. L’Italia dall’Ue ne esce certamente ancora più isolata ma per evitare un assoluto stallo dovrà cercare di accettare la migliore opzione possibili tra quelle che sono rimaste sul tavolo, con l’ennesima riprova “amara” di una Comunità Europea che manca ancora parecchi passi per poter tornare un organismo solido e solidale al tempo stesso.