L’Europa torna a sollecitare l’Italia sulla ratifica del Mes (Meccanismo europeo di stabilità). Il tema è tornato d’attualità in occasione della riunione dell’Eurogruppo, che ieri si è occupato del sistema bancario, spingendo sul mercato unico dei capitali dell’Unione europea. La questione del trattato di modifica, respinto dalla Camera poco prima di Natale, rappresenta un tema importante per Bruxelles, in quanto le nuove regole comprendono il “backstop“, il paracadute finanziario che nei piani può contribuire alla creazione di un «quadro europeo per la liquidità nella risoluzione» degli istituti di credito, come spiegato da Claudia Buch, responsabile della vigilanza bancaria della Bce.



Manca solo l’Italia all’appello per far entrare in vigore le nuove regole, per questo Paschal Donohoe, presidente dell’Eurogruppo, ha rivendicato che è stata enfatizzata l’importanza della ratifica da parte dell’Italia. Sul tema è intervenuto anche Pierre Gramegna, direttore esecutivo dell’ex fondo salva-Stati, secondo cui per l’Italia il rispetto dell’impegno preso firmando il trattato è «una questione di credibilità».



UE DI NUOVO ALLA CARICA SUL MES CON DONOHE E GRAMEGNA

Donohe e Gramegna hanno entrambi spiegato perché è importante portare a termine la ratifica della riforma del trattato del Mes, pur senza mai fare riferimento esplicito all’Italia. Il primo ha assicurato che la questione è stata nuovamente ribadita ai ministri dell’Eurozona, invece l’altro ha rimarcato che la ratifica del Mes è stata portata a termine da 19 paesi su 20, senza appunto menzionare l’Italia, l’unico e ultimo Paese che non lo ha fatto. Peraltro, Gramegna ha sottolineato come questo step sia indispensabile per completare il progetto dell’Unione bancaria, perché può costruire quella «rete di sicurezza» finanziaria prevista dalla riforma per il Fondo unico di risoluzione in caso di crisi bancarie.



Senza dimenticare che l’Unione bancaria è a sua volta propedeutica per la futura Unione dei mercato dei capitali. Ma il testo, bocciato dalla Camera, in base al regolamento di Montecitorio, non può essere riproposto allo prima di sei mesi, quindi bisogna attendere almeno fine giugno, dopo le elezioni europee, per prendere in esame una nuova proposta di legge per la ratifica della riforma del Mes.