«SOS Europa: lunedì l’Eurogruppo fissa al punto 1 l’approvazione Mes mentre c’è un continente alle prese con la più grave epidemia recente. Gli stati Ue che fermano l’export di ausili medici vs l’Italia e chiedono certificati ‘virus free’ ai nostri esportatori d agroalimentare»: lo ha detto chiaro e tondo questa mattina ad Agorà la giornalista de Il Foglio Annalisa Chirico. In un momento di massima crisi nazionale, europea e mondiale, l’Europa – che pure a parole si è detta disposta a tutti i sacrifici e aiuti possibili per far fronte al coronavirus – si concentra nel prossimo Eurogruppo sul Fondo Salva-Stati che da mesi rappresenta un punto di scontro pesantissimo tra l’Italia e l’unione di Francia e Germania. Il Centrodestra intero ma anche il M5s e parte della maggioranza ha richiesto al Premier Conte di rinviare quantomeno il voto decisivo sul Mef di lunedì – l’Ue spinge per ratificare l’accordo sulla riforma per il Meccanismo Europeo di stabilità già entro il 16 marzo dopo i rinvii degli scorsi mesi su pressante richiesta proprio dell’Italia – per far fronte invece fin da subito alla crisi da Covid-19. «Il presidente del Consiglio ci ha dato la sua parola che il Mes non sarà firmato», ha spiegato ieri Giorgia Meloni dopo l’incontro tra Governo e opposizioni sul fronte delle misure economiche da stanziare per il coronavirus, ma da più parti giungono allerta sul fatto che l’Europa comunque voglia insistere sul portare a casa quella riforma considerata strategica per il Fondo Salva-Stati e tutte le conseguenze molto tecniche ma assai decisivi per il futuro dell’Europa.
MES, IRA DEL CENTRODESTRA CONTRO IL GOVERNO
«Bisognerà vedere se il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri andrà a Bruxelles con il mandato del Partito democratico – ci va ovviamente per decidere nel senso più favorevole all’Ue – o con il mandato pieno da parte del governo giallorosso, allora vorrà dire che il M5S sarà stato complice della decisione», attacca Gianluigi Paragone, ex M5s, intervistato da La Verità. «Il primo punto della riunione dell’Eurogruppo prevista Bruxelles per il 16 marzo non è il coronavirus, che è al terzo punto, ma al primo punto c’è l’approvazione del MES. Vi pare serio? Realistico?», attacca Salvini che contesta il tentennamento del Ministro Gualtieri a domanda specifica rivolta ieri nel vertice col Governo. Ad oggi la posizione dell’Italia rimane quella approvata lo scorso dicembre nella risoluzione votata in Parlamento: «la coerenza della posizione del governo con gli indirizzi definiti dalle Camere è di procedere solo e soltanto di fronte alla logica di pacchetto». Assieme al Mes, il Governo infatti chiede la garanzia comune sui depostivi bancari e un bilancio integrale della zona euro. Come noto, il Meccanismo consente di intervenire in caso di crisi degli Stati membri prestando soldi a tassi bassi a quei Paesi, salvo poi chiedere sacrifici importanti ai debitori. Il rischio dunque paventato è che in una situazione di forte emergenza come l’Italia intera sta passando per la crisi coronavirus, possa essere poi lo stesso Mes ad intervenire e non l’Ue in sostegno del nostro Paese: questo il timore di “trappola” avanzato dal Centrodestra e dal M5s (nelle parole di Vito Crimi che ha chiesto il rinvio del voto). Il tutto in un momento dove una riforma delicata come quella del Mes dovrebbe avere bisogno di tempo e importante da dedicare, elemento ad oggi impossibile per l’incombere del Sars-Cov2 sulle teste d’Italia e di mezza Europa.