LA PARTITA SUL MES SI FA STRINGENTE: IL PRESSING UE SULL’ITALIA
Nel giorno in cui va il suo primo “esordio” in Europa il nuovo Patto di Stabilità con alcune modifiche importanti rispetto al passato (a favore di una maggiore flessibilità e gradualità nella riduzione del debito), torna a farsi pressante la “partita” tra Italia e Ue sulla ratifica della riforma del Mes. La Commissione Europea giudica il Governo italiano in forte ritardo sulla ratifica del Meccanismo Europeo di Stabilità in quanto Roma è rimasto l’ultimo partner dei 27 a dover votare in Parlamento la riforma portata a termine presso il Consiglio Europeo durante il Governo Conte-2.
Negli scorsi giorni addirittura diverse “fonti” da Bruxelles parlavano di pressing e ultimatum da lanciare contro l’Italia per accettare al più presto il Mes, magari sfruttando il “ricatto” di misure su banche, debito e regole BCE che potrebbero essere favorevoli per Roma qualora accetti il Meccanismo Europeo di Stabilità. Al prossimo Eurogruppo in programma venerdì 28 aprile a Stoccolma – la riunione informale dei Ministri dell’Economia dei 27 Stati membri – «porremo la domanda al ministro italiano» Giancarlo Giorgetti, fa sapere un funzionario europeo all’ANSA in vista dell’incontro informale dei ministri delle Finanze dell’Eurozona. «Ora più che mai è cruciale assicurare la potenza di fuoco delle nostre istituzioni», spiegano ancora le fonti della Commissione, «La mancata ratifica sta in qualche modo bloccando anche ulteriori riforme. È impossibile discutere di altre misure che potrebbero essere utili se non abbiamo messo in atto un accordo precedente. Sta avendo un effetto raggelante sulle discussioni». Diverse ricostruzioni in questi giorni legano il pressing europeo sull’Italia per il Mes alla minaccia di “tempesta finanziaria” contro il Governo Meloni dopo le previsioni nefaste di Goldman Sachs e Moody’s contro i titoli di Stato italiani.
LA REPLICA DEL GOVERNO MELONI SUL MES: “VA CAMBIATO, SIA VEICOLO DI CRESCITA”
A fonte risponde fonte e così dopo il “pressing” della Commissione arriva la replica di Palazzo Chigi con una nota informale giunta nel pomeriggio del 26 aprile: la posizione del Governo non cambia rispetto a quanto già spiegato negli scorsi giorni dalla Premier Meloni nell’intervista al “Foglio”. «Il Mes va aggiornato e trasformato in un veicolo per la crescita», rileva P. Chigi citando l’intervista della Presidente del Consiglio.
Al momento la ratifica del Mef ha due proposte di legge ferme in Commissione Esteri alla Camera, presentate da Pd e Italia Viva: slitta l’approdo in Aula inizialmente previsto per il mese di aprile. «Il messaggio che l’Ue manda a Giorgia Meloni è particolarmente chiaro e suona come ultimo avviso: venerdì il governo italiano sarà chiamato a spiegare all’Eurogruppo il perché della mancata adesione al Mes. Ragioni ovviamente inesistenti, se non di pura propaganda e ideologia», attaccano gli eurodeputati di Renew Europe (Italia Viva, Azione) Nicola Danti e Giosi Ferrandino. «Questo è un approccio che a Bruxelles non porta da nessuna parte. Ratificare il Mes, oltre che giusto, è un presupposto essenziale per avere la credibilità necessaria per affrontare discussioni fondamentali per il nostro Paese, come la riforma delle regole del Patto di stabilità che la Commissione europea ha presentato oggi», concludono dall’opposizione. Per il Governo il tema resta però lo stesso: il Mes va cambiato, alla luce di un «contesto geopolitico che è variato ed è destinato a cambiare ancora».