“Un tumore molto cattivo“, così Franco Di Mare aveva parlato del mesotelioma che gli era stato diagnosticato. Ne aveva parlato a Che tempo che fa, accendendo un faro su un tumore raro che ha una correlazione con l’esposizione all’amianto. Si tratta di una malattia rara che colpisce soprattutto gli uomini. In 9 casi su 10 questo tipo di cancro è dovuto all’esposizione all’amianto, le cui fibre – se inalate – possono nuocere alle cellule. Ad esempio, se si depositano nei polmoni, causano altre malattie, tipo asbestosi o tumore polmonare. Nella maggior parte dei casi, il mesotelioma è causato dall’esposizione professionale all’amianto, ma c’è anche quella ambientale.
Peraltro, anche i familiari delle persone esposte professionalmente all’amianto sono a rischio, visto che le fibre possono depositarsi sui vestiti. Il rischio, in generale, aumenta con la crescita della durata di esposizione e del numero di fibre che si respirano, ma comunque il periodo che intercorre tra l’esposizione e l’insorgenza di questo tumore è di circa 40-50 anni. Non vanno ignorati altri fattori di rischio, come le radiazioni ionizzanti o al diossido di torio, usato in passato come mezzo di contrasto per le radiografie. Ci sono poi rari casi di predisposizione familiare per le mutazioni del gene BAP1.
I VARI TIPI DI MESOTELIOMA E COME VIENE TRATTATO
Ci sono vari tipi di mesotelioma a seconda della zona che viene interessata e delle caratteristiche delle cellule. Riguardo i sintomi, nel caso di quello pleurico, ci sono quelli respiratori (fiato corto e tosse), ma possono insorgere anche dolori a schiena e torace, debolezza muscolare e perdita di peso. Chi soffre di mesotelioma peritoneale, può riferire nausea, vomito, dolore all’addome e dimagrimento. Per scegliere il tipo di cura bisogna individuare lo stadio del tumore, capire cioè quanto è diffusa, ma spesso la diagnosi arriva quando ha già superato gli stadi iniziali ed è difficile da curare, motivo per il quale è un tumore con una prognosi difficilmente positiva.
In generale, il mesotelioma è operabile se è a uno stadio iniziale, ma solitamente ha scopo palliativo. La chemioterapia rappresenta il trattamento standard e, per quanto riguarda i farmaci, rispetto ai derivati da platino e antifolati, che vengono spesso utilizzati insieme, negli ultimi anni sono state avviate sperimentazioni con farmaci biologici e con l’immunoterapia, ma finora non sono emersi approcci in grado di fornire un effetto importante sulla sopravvivenza dei pazienti.