Aveva sollevato non poche polemiche la Santa Messa di ringraziamento per il blocco del Ddl Zan in Parlamento, indetta per la sera del 10 novembre dalla parrocchia di San Zenone degli Ezzelini (Treviso). L’avviso era stato dato direttamente da Don Antonio Ziliotto, trovando però la netta opposizione di parte della cittadinanza (anche tra i parrocchiani) e soprattutto del sindaco di San Zenone – Fabio Marin – dichiaratamente omosessuale.
Ebbene, dopo un incontro chiarificatore tra il parroco e il primo cittadino, la Santa Messa è stata annullata con tanto di scuse profuse dal sacerdote. Dopo l’affossamento in Senato del disegno di legge contro l’omobilesbotransfobia, la parrocchia sul proprio bollettino settimanale aveva così esplicitato il motivo di una Messa di “ringraziamento”: «La pericolosità e l’ambiguità della legge stava soprattutto nell’introdurre nella legislazione italiana e nell’insegnamento scolastico, mascherata come lotta all’omo-transfobia, l’ideologia del Gender per la quale ogni persona ha diritto di scegliere a proprio piacimento di essere maschio o femmina. Lo scorso 27 ottobre la legge è stata bloccata con voto segreto al Senato. Volevo proporre una messa di ringraziamento in Santuario per questo difficile e laborioso approdo in cui il Signore ha agito e ha sostenuto tutte le persone di buona volontà! Continuiamo a pregare per i nostri governati perché questa ideologia, anche se in una modalità meno invasiva, è stata votata con la fiducia in un emendamento del Dl Trasporti il 4 novembre».
IL PRETE DOPO L’INCONTRO COL SINDACO: “NON VOLEVO OFFENDERE NESSUNO”
Contro il parroco si era subito schierato il primo firmatario del ddl, Alessandro Zan, con un post sui social: «Il Parroco di San Zenone (TV), dopo aver individuato il Covid come una sorta di punizione divina per il ddl Zan, ha indetto una messa di ringraziamento a Dio per lo stop in Senato. Ho da sempre rispetto verso la fede di ciascuno e verso le istituzioni cattoliche, con cui dialogo costantemente. Questo però è uno sfregio e un insulto non solo alle vittime del Covid, ma anche alle tantissime persone cattoliche profondamente convinte della necessità di una legge contro i crimini d’odio: messaggio decisamente più cristiano di un bollettino parrocchiale che distribuisce odiose fake news». Si è poi scelta la via del dialogo tra le parti e così il parroco si è incontrato con il sindaco di San Zenone, arrivando alla decisione di annullare la celebrazione: «Non nascondo che mi ha fatto molto male, tanto più che con il parroco ho sempre avuto un buon rapporto, ma ci siamo sentiti più volte, ci siamo chiariti e ha annullato la messa». Al sindaco Martin il dialogo con il sacerdote è piaciuto, «Io e don Antonio abbiamo parlato e ci siamo chiariti. Personalmente, credo ci siano molte cose per cui pregare, al di là del ddl Zan. E lo dico da uomo di fede. Non credo sia rispettoso ringraziare il Signore perché dei politici hanno affossato una legge utile per tutti, non solo per chi è omosessuale, esultando in maniera offensiva nei confronti di tutti i credenti. Non penso che il Signore agisca in questo modo, né penso che sia stato un intervento divino a bocciare il ddl». Al Mattino di Padova è poi don Antonio a commentare il suo dietrofront, dispiaciuto per quanto provocato: «Non era mia intenzione offendere o ferire qualcuno. Chiedo scusa: la messa è annullata. Nelle mie intenzioni non c’era la volontà di discriminare». Si è poi chiuso il caso con la presenza sia del sindaco gay che del sacerdote anti-Ddl Zan nel corteo pacifico organizzato da due 18enni di San Zenone davanti al sagrato del Santuario, i quali ai media locali hanno commentato «Era proprio quello che volevamo, essere tutti uniti per dire no a ogni forma di discriminazione nel nome dell’amore e della libertà».