A differenza di quanto avvenuto nel primo lockdown nazionale di marzo-aprile scorso, il nuovo Dpcm che ha diviso l’Italia in tre aree di rischio non prevede la chiusura delle chiese e nemmeno il divieto di celebrazioni religiose o messe. Da domani 6 novembre il Paese viene diviso, secondo l’ordinanza del Ministero della Salute, ci saranno zone gialle (Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Molise, Sardegna, Liguria, Marche, Toscana, Umbria, Veneto, province di Trento e di Bolzano), zone arancioni (Puglia, Sicilia) e zone rosse (Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Calabria) con fortissimi limitazioni di spostamenti e attività nelle ultime due fasce di rischio. Questo però non toglie la possibilità per i fedeli di recarsi a messa tanto la domenica quanto nei giorni feriali, con dovute specifiche regole che restano in sostanza le medesime degli ultimi due precedenti Dpcm: il testo ufficiale prevede che «il legale rappresentante dell’ente religioso individui la capienza massima dell’edificio di culto, tenendo conto della distanza minima di sicurezza, pari a un metro frontale e laterale».



DPCM-CELEBRAZIONI RELIGIOSE: COSA CAMBIA

Sempre nel nuovo Dpcm firmato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, si legge «L’accesso alla chiesa resta contingentato da volontari e/o collaboratori. Laddove la partecipazione attesa dei fedeli superi significativamente il numero massimo di persone consentite si consideri l’ipotesi di incrementare il numero di celebrazioni liturgiche». Perciò anche nelle zone rosse, dove serve per uscire di casa l’autocertificazione, è permesso recarsi in chiesa e nelle principali celebrazioni religiose salvo che «coloro che accedono ai luoghi di culto per le celebrazioni liturgiche siano tenuti a indossare mascherine». Restano dunque validi i protocolli siglati tra Cei e Governo (e anche con le altre confessioni religiose) negli scorsi mesi sull’accesso e la regolamentazione delle celebrazioni: tra i punti principali, restano validi anche in questo Dpcm le seguenti regole «guanti non obbligatori per il ministro della Comunione che però deve igienizzarsi accuratamente le mani; celebrazione delle Cresime assicurando il rispetto delle indicazioni sanitarie (in questa fase l’unzione può essere fatta usando un batuffolo di cotone o una salvietta per ogni cresimando), la stessa attenzione vale per le unzioni battesimali e per il sacramento dell’Unzione dei malati; reintroduzione dei cori e cantori, i cui componenti dovranno mantenere una distanza interpersonale laterale di almeno 1 metro e almeno 2 metri tra le eventuali file del coro e dagli altri soggetti presenti (tali distanze possono essere ridotte solo ricorrendo a barriere fisiche, anche mobili, adeguate a prevenire il contagio tramite droplet». Per i matrimoni, la celebrazione resta consentita anche in Chiesa ma con un massimo di 30 invitati al banchetto nuziale successivo.

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