Dal 22 marzo il Segreteria di Stato Vaticano ha vietato la celebrazione delle “messe individuali” nella Basilica di San Pietro, rendendo di fatto il mattino all’interno della Chiesa più grande del mondo un silenzioso “deserto”. L’ordinanza del 12 marzo cercava di porre fine al “braccio di ferro” degli scorsi mesi tra alcuni Cardinali ‘conservatori’ e i vertici della Santa Sede, ribadendo il divieto assoluto delle “messe individuali” perché «si dia maggiore centralità all’ascolto della Parola di Dio e alla Celebrazione Eucaristica».
Ai tre cardinali “polemici” con la norma Raymond Leo Burke, Walter Brandmueller e Gherard Ludwig Mueller – si è però unito anche il fresco ex Prefetto presso la Congregazione per il Culto divino e per la Disciplina dei sacramenti, Cardinal Robert Sarah. Con una lettera apparsa nei giorno scorsi sul blog di Sandro Magister, il prelato africano prende posizione netta contro la scelta di “limitare” la tradizione tridentina molto antica che consente e invita i sacerdoti anche alle “messe individuali”. «Rischiamo di trasformare la Basilica in un museo», dichiara allarmato il Card. Mueller sottolineando come proprio ai tempi della pandemia il rischio di un “deserto” silenzioso all’interno di San Pietro è alquanto ingente.
L’APPELLO DEL CARDINAL SARAH A PAPA FRANCESCO
Le richieste dei 4 cardinali non rappresentano però una critica o un’opposizione a Papa Francesco, bensì il riferimento al Santo Padre affinché li aiuti a difendere una tradizione innocua all’interno della Santa Sede: «In sintesi: quando possibile, si preferisce la celebrazione comunitaria, ma la celebrazione individuale da parte di un sacerdote rimane opera di Cristo e della Chiesa. Il magistero non solo non la proibisce, ma la approva, e raccomanda ai sacerdoti di celebrare la Santa Messa ogni giorno, perché da ogni Messa sgorga una grande quantità di grazie per il mondo intero», ha scritto il Cardinal Sarah non ottenendo per ora alcuna replica però da San Pietro. «Supplico umilmente il Santo Padre – conclude l’ex prefetto – di disporre il ritiro delle recenti norme emanate dalla segreteria di Stato, le quali mancano tanto di giustizia quanto di amore, non corrispondono alla verità né al diritto, non facilitano ma piuttosto mettono in pericolo il decoro della celebrazione, la partecipazione devota alla messa e la libertà dei figli di Dio». Non si tratta dei “dubia” sollevati da alcuni cardinali contro l’Amoris Laetitia ma è certamente un elemento di “distanza” che si interpone tra una parte del Collegio Cardinalizio e il Vaticano stesso. Nel provvedimento preso dalla Segreteria di Stato si legge inoltre come «Da oggi in poi (22 marzo 2021, ndr), essa (la messa individuale, ndr) – nel numero massimo di quattro celebrazioni quotidiane – è consentita esclusivamente nella Cappella Clementina delle Grotte vaticane ed è del tutto vietata su qualunque altro altare della basilica e delle Grotte». La discussione è sì sulla messa tridentina ma rischia di allargarsi sulla stessa concezione liturgica e dottrinale all’interno della Chiesa Cattolica.