In vista del prossimo Dpcm sulle feste di Natale, anche la Chiesa Italiana potrebbe vedere alcune novità importanti per quanto riguarda la Santa Messa del 25 dicembre e in generale per tutti gli appuntamenti religiosi dell’Avvento. Come riportano diverse fonti di Governo all’Agenzia Ansa, sarebbero in corso le interlocuzioni tra Cei e Comitato Tecnico Scientifico per formulare un nuovo protocollo ad hoc per gli eventi religiosi del Natale 2020. Dall’orario alle presenze fino a cori e processioni: sono tanti i nodi da sciogliere e inserire nel nuovo protocollo che verrà con ogni probabilità allegato al prossimo Dpcm firmato dal Presidente Giuseppe Conte: l’ipotesi più confermata in queste ore vedrebbe la deroga del coprifuoco notturno nazionale per consentire l’uscita di casa verso la Messa di mezzanotte; contingentato in maniera al solito rigida l’accesso alle chiese, come il numero massimo di fedeli ammessi e il distanziamento fisico (tutte regole già seguite alla lettera da mesi in tutte le chiese d’Italia). Potrebbero poi arrivare anche indicazioni del Cts per il numero di persone che potrà stare sull’altare, nei cori e negli eventuali membri delle processioni. Ovviamente, saranno sempre d’obbligo le mascherine indossate prima, durante e dopo le celebrazioni.
COME CAMBIA LA MESSA IN ITALIA DA DOMENICA PROSSIMA
Mentre però il protocollo Cei-Cts viene organizzato e stilato per le prossime settimane, le novità nel mondo ecclesiale si avranno certe e definite già dalla prossima domenica 29 novembre: entra infatti in vigore il nuovo Messale revisionato dalla Cei dopo le ultime indicazioni giunte direttamente da Papa Francesco. La novità più importante riguarda l’addio alla vecchia formula del Padre Nostro: non si dirà più «non indurci in tentazione», bensì «non abbandonarci alla tentazione». La traduzione dal testo greco antico è stata fortemente voluta dallo Santo Padre non solo in Italia ma in tutte le conferenze episcopali del mondo: altra novità riguarda il momento della Consacrazione, quando il sacerdote dovrà dire dal 29 novembre «ecco l’Agnello di Dio.. beati gli invitati alla cena dell’Agnello». Non solo, dopo il Santo il prete dirà «veramente santo sei tu, o padre […] santifica questi doni con la rugiada del tuo Spirito». A cambiare però secondo il nuovo Rito della Messa sarà anche il “Gloria”, quando si dovrà dire «Pace in terra agli uomini amati dal Signore»; per un linguaggio sempre più “inclusivo” e “paritario” nell’atto penitenziale si reciterà «Confesso a Dio onnipotente fratelli e sorelle tutti». Da ultimo, la Cei avverte i proprio preti di non eccedere in iniziative “fai-da-te” durante le celebrazioni: «la superficiale propensione a costruirsi una liturgia a propria misura non solo pregiudica la verità della celebrazione ma arreca anche una ferita alla comunione ecclesiale». Un esempio particolare è quello del battesimo, con il nuovo messale che ribadisce la locuzione «io ti battezzo nel nome…» e non l’errato dottrinalmente «noi ti battezziamo….», abuso liturgico che tra l’altro può costare la stessa validità del Sacramento.