A partire da oggi, venerdì 6 novembre, entra ufficialmente in vigore il nuovo Dpcm firmato dal premier Conte con una serie di ulteriori limitazioni soprattutto in alcune zone d’Italia, suddivise in base al colore. In particolare, le Regioni in zona rossa da oggi si ritrovano ufficialmente in lockdown con una serie di restrizioni mirate ovviamente a contrastare l’ulteriore diffusione del Coronavirus. Cosa cambia invece in merito alla celebrazione delle liturgie? In realtà, come spiega il direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Italiana, Vincenzo Corrado, non sono previste dal decreto particolari novità. Viene dunque ribadito, come riporta VaticanNews che, esattamente come stabilito in precedenza in tutto il Paese indipendentemente dal colore della zona “l’accesso ai luoghi di culto avviene con misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro”. Dunque è possibile recarsi in Chiesa e la Messa non è stata sospesa.
MESSE, NUOVO DPCM: I CAMBIAMENTI DA OGGI
Le nuove disposizioni del governo, contenute nel Dpcm del 3 novembre scorso ed entrato in vigore da oggi, dividono l’Italia in zona gialla, arancione e rossa in base al livello di criticità. Tuttavia, non è stato disposto alcun cambiamento rispetto alle celebrazioni delle liturgie. Unico appunto è quello relativo alla partecipazione dei fedeli che si trovano nelle Regioni in zona rossa. A tal proposito, precisa la Cei, “per partecipare a una celebrazione o recarsi in un luogo di culto, deve essere compilata l’autocertificazione”. In merito alla catechesi ed allo svolgimento delle ulteriori attività pastorali viene chiarito che in base a quanto disposto dall’ultimo Dpcm “la Segreteria Generale della Cei consiglia una consapevole prudenza; raccomanda l’applicazione dei protocolli indicati dalle autorità e una particolare attenzione a non disperdere la cura verso la persona e le relazioni, con il coinvolgimento delle famiglie, anche attraverso l’uso del digitale”. Nel dettaglio, prosegue ancora la Cei, per le zone rosse “a Segreteria Generale invita a evitare momenti in presenza favorendo, con creatività, modalità d’incontro già sperimentate nei mesi precedenti e ponendo la dovuta attenzione alle varie fasce di età”.