Fedeli lontani dalle chiese a causa del coronavirus, messe sospese per reagire all’emergenza Covid-19. Una soluzione che colpisce tante persone, soprattutto perché è alle porte la prima domenica di Quaresima. In Lombardia non sarà possibile partecipare alle liturgie, anche se non verranno del tutto sospese: come spiega Avvenire, in alcune località le funzioni saranno celebrate a “porte chiuse” e potranno essere seguite in diretta tv, radio o via internet. L’emergenza coronavirus si è abbattuta anche sulla fede, dunque, basti pensare che anche l’Unione Superiore Maggiori d’Italia (Usmi) rinvia tutti i raduni nazionali a causa dell’emergenza coronavirus. L’Usmi, in ottemperanza alle disposizioni delle autorità civili e alla sollecitazione prudenziale della Cei, ha reso noto che sono stati rinviati tutti i raduni nazionali: «Speriamo e preghiamo per un futuro migliore». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
MESSE SOSPESE E CHIESE CHIUSE PER CORONAVIRUS
Continuano ad essere sospese le messe nelle regioni più colpite da coronavirus. A cominciare da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, passando per il Piemonte, il Friuli e la Liguria, i fedeli non possono recarsi ormai da una settimana a questa parte presso gli edifici santi, per ascoltare la parola del signore. Del resto le regioni, su precisa direttiva del governo, hanno emanato un’ordinanza che vieta l’assemblamento in luoghi pubblici o privati, e la messa rientra in questa categoria. Una scelta che è stata accolta, seppur con amarezza, da preti e sacerdoti, nonché dai cristiani, che si sono attrezzati come meglio potevano, attraverso (in alcuni casi), la diretta via streaming. Ma come si dice ormai da giorni, c’è voglia di tornare al più presto alla normalità, e questo desiderio serpeggia anche fra i fedeli. Lo si capisce chiaramente dalla richiesta della Cei della Lombardia, la Conferenza episcopale, che ha consigliato la riapertura delle chiese non nei giorni festivi.
MESSE SOSPESE PER CORONAVIRUS: LA NOTA DELLA CEI A FIRMA DI 10 VESCOVI
“La Conferenza episcopale lombarda – la richiesta firmata da dieci vescovi delle diocesi di Milano, Bergamo, Brescia, Como, Lodi, Pavia, Mantova, Crema, Cremona, Vigevano – fermo restando la volontà di continuare a collaborare con le istituzioni, chiede alla Regione Lombardia, così come già possibile per matrimoni e funerali, di considerare la partecipazione alle Messe feriali dei cittadini cattolici lombardi, che a differenza delle celebrazioni festive non costituiscono una forma di assembramento”. In poche parole, sì a messe da lunedì a venerdì, no al sabato e la domenica. Nelle prossime ore arriverà la risposta delle istituzioni e non è da escludere che possa essere affermativa. Del resto, come detto sopra, il desiderio di tornare alla normalità è alto, e aprire gradualmente i luoghi di culto potrebbe essere un buon segnale, anche perchè sono molti coloro che si sono rifugiati nella fede in questi giorni di crisi.