Un incredibile bagno di sangue in Messico, dove sale a 39 il bilancio dei candidati uccisi in vista delle elezioni del 2 giugno. Queste decideranno non solo chi sarà il presidente che guiderà il Paese per i prossimi anni ma rinnoveranno tutti i membri della Camera dei Deputati (500) e del Senato (128). Gli elettori saranno inoltre chiamati a eleggere sindaci e governatori con relativi consigli comunali e parlamentini. A capo del Paese, fino al 2030, ci sarà una donna: o Claudia Sheinbaum, braccio destro del presidente uscente Andrés Manuel López Obrador, oppure Xóchitl Gálvez, sostenuta da una coalizione di partiti di opposizione.
Qualsiasi programma politico è però passato in secondo piano di fronte all’ondata di omicidi commessi dai cartelli narcos, i grandi finanziatori delle campagne elettorali, come spiega Il Giornale. L’ultimo a morire, venerdì, è stato Noé Ramos Ferretiz, candidato sindaco della coalizione di centrodestra Fuerza y Corazón por México a Ciudad Mante, nello stato di Tamaulipas. L’uomo è stato colpito da una serie di coltellate al cuore e alla gola durante un comizio elettorale nel frazione di Azucarera. Con la sua morte salgono a 39 i candidati uccisi durante la campagna elettorale, secondo l’organizzazione non governativa Causa en Común.
Bagno di sangue: le elezioni in Messico toccano vette di violenza mai viste
Guerrero è lo stato che più si è macchiato di sangue durante la campagna elettorale per le elezioni Messico, con 9 uccisioni di cui 4 di candidati e 5 di politici in carica. Segue Michoacán, con 6 omicidi: 4 di nuovi candidati e 2 di politici uscenti. Tra i singoli partiti, invece, Morena, il Movimento di Rigenerazione Nazionale, è il partito politico più colpito: sono stati assassinati 11 candidati oltre a 5 collaboratori e leader. Al secondo posto in questa tragica classifica troviamo Azione Nazionale, il PAN, con 7 suoi politici assassinati, seguito da Rivoluzione Istituzionale, il PRI, ed il partito Democratico Rivoluzionario e il PRD, ciascuno con 4 candidati ammazzati.
Sono tre i candidati di Movimento dei Cittadini uccisi, mentre Verdi, Laburisti e il partito dell’Incontro Sociale contano un’uccisione ciascuno. I due restanti sono di gruppi politici locali. Secondo altre stime, i morti sarebbero ancora di più. L’organizzazione Laboratorio Elettorale, che include anche i parenti dei politici, conta 53 gli omicidi legati alle elezioni, 156 attacchi a persone legate direttamente alle elezioni, 9 rapimenti, 22 attentati non mortali e 75 minacce di morte, come spiega Il Giornale. Il ritmo è incredibile e ha raggiunto un exploit del +150% negli ultimi tre mesi: la violenza dei narcos potrebbe presto superare il record del 2021, quando morirono 88 politici.