Si è rivolto ad un uomo come fosse uomo ed ora un deputato messicano rischia per questo la sua carriera politica. Si tratta di Gabriel Quadri, la cui “colpa” è quella di aver contestato il fatto che due seggi del congresso riservati alle donne erano invece occupati da due transgender. Dal 2019, infatti, in Messico è in vigore una legge secondo la quale tutti gli organi rappresentativi di governo devono essere equamente divisi tra uomini e donne. Per questo, il deputato su Twitter ha fatto notare che si stava approfittando della legge. Così è scoppiata la bufera.



A marzo Salma Luevano, membro del congresso per il partito di centrosinistra, che è nata biologicamente uomo ma si autoidentifica come donna, ha accusato Gabriel Quadri di «violenza politica basata sul genere» dinnanzi all’Instituto nacional electoral, organo costituzionale autonomo che si occupa di gestire le elezioni. Accusa che, però, come ricostruito da La Verità, è stata respinta. Ma l’attivista Lgbt non si è arresa, infatti ha fatto appello alla Camera superiore del tribunale elettorale, che ha rovesciato la sentenza e trasferito il caso ad una camera specializzata in procedure amministrative. Alla fine Gabriel Quadri è stato dichiarato colpevole.



“NEGATO MIO DIRITTO A LIBERTÀ DI ESPRESSIONE”

I tweet del deputato sono stati giudicati discriminatori perché negavano l’identità delle donne transessuali, violando «il diritto all’identità» e disconoscendo «l’uguale dignità» delle persone in questione. I giudici hanno ritenuto anche che Gabriel Quadri volesse minare l’esercizio dei diritti politici da parte dei transessuali. Dalla decisione alla punizione: il deputato deve cancellare i tweet, rendere scuse pubblicamente, ma redatte dalla corte senza il suo contributo, pubblicare su Twitter due contenuti al giorno, e per due settimane, una sintesi della decisione della corte, ma anche completare due corsi sulla violenza di genere e su quella contro i transgender, infine è iscritto alla lista dei trasgressori politici sul gender per 2 anni e nove mesi. Il deputato messicano ha fatto ricorso, ma nel giugno 2022 la Camera superiore ha respinto l’appello e confermato la decisione. Ora la carriera politica del deputato potrebbe essere compromessa, perché per candidarsi in Messico bisogna avere una condotta personale “onesta” e, anche se la Camera superiore ha affermato che la condanna non compromette la presunzione di una vita onesta, sarà l’autorità elettorale a stabilire l’ammissibilità della candidatura futura di Gabriel Quadri. Stando a quanto riportato da La Verità, nei giorni scorsi i legali di Adf International, gruppo internazionale di difesa legale, hanno inviato una petizione alla Commissione interamericana dei diritti dell’uomo in difesa della libertà di parola del loro assistito. «Nel lottare per il mio diritto alla libertà di espressione, sto combattendo per i diritti dei miei elettori e per quelli di ogni messicano», ha dichiarato il deputato spiegando la sua scelta di appellarsi alla corte sovranazionale.

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