Il pm Gabriele Paci ha chiesto “l’ergastolo aggravato per le stragi” a carico di Matteo Messina Denaro, il super latitante accusato di essere uno dei mandanti delle stragi di mafia di Capaci e via d’Amelio. E’ quanto è emerso, come spiega l’Agenzia di stampa Ansa, al termine della requisitoria lunga ventisei ore e argomentata in otto udienze nell’ambito del processo che si celebra davanti alla Corte d’Assise di Caltanissetta. La richiesta dell’ergastolo è stata avanzata dal procuratore aggiunto Gabriele Paci ai giudici della Corte presieduta da Roberta Serio ed è aggravata dall’isolamento diurno per 18 mesi. Matteo Messina Denaro, superlatitante trapanese, a capo del mandamento di Castelvetrano, è considerato ad oggi uno dei maggiori boss mafiosi più potenti di Cosa Nostra nonostante sia irreperibile da 27 anni. Messina Denaro è difeso dagli avvocati Salvatore Baglio e Giovanni Pace.



STRAGI MAFIA, LATITANZA MESSINA DENARO: PARLA DI MATTEO

Ad esprimersi nelle passate ore sulla lunga latitanza di Messina Denaro è stato anche il consigliere del Csm Nino Di Matteo che al Tg2 Post, come riferisce anche Adnkronos, ha commentato: “Una latitanza così lunga come quella di Matteo Messina Denaro si può comprendere soltanto in funzione di coperture istituzionali e forse anche politiche”. A detta di Di Matteo, è abbastanza grave che a distanza di 27 anni lo Stato non riesce ancora ad assicurare alla giustizia un soggetto considerato uno dei mandanti delle stragi di mafia e per il quale oggi è stato chiesto l’ergastolo. “Matteo Messina Denaro è certamente custode di segreti di quel periodo, di quella campagna stragista del 1993 che lo rendono in grado ancora di esercitare un potere di ricatto nei confronti delle istituzioni”, ha aggiunto Di Matteo. Per questa ragione, prosegue, “sarebbe veramente un segnale bello se finalmente venisse rintracciato, arrestato”. Di Matteo, inoltre, ha spiegato anche cosa è oggi la mafia: “Cosa nostra siciliana è l’unica organizzazione mafiosa al mondo che è riuscita ad attuare stragi uccidendo servitori dello stato, politici, giornalisti e se si è fatto questo è per un motivo: perché è la più politica tra le organizzazioni mafiose, e che ha avuto la capacità di intessere rapporti con il potere e condizionare le scelte politiche nazionali”.

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