L’arresto del superlatitante Matteo Messina Denaro ha riacceso i fari sul terribile e oscuro periodo delle stragi del 1992 e del 93. Il boss catturato dopo un lungo lavoro dai Ros è infatti a capo della mafia trapanese, che per il pentito Nino Giuffrè “è quella più intatta, meno colpita dalle forze dell’ordine, ed è un punto di incontro tra i Paesi arabi, l’America e diverse componenti che girano attorno alla mafia, per esempio la massoneria e i servizi segreti deviati” (Lirio Abbate, U siccu. Matteo Messina Denaro: l’ultimo capo dei capi, Rizzoli, Milano 2020). Peraltro, secondo l’ex procuratore aggiunto di Palermo, Teresa Principato, Messina Denaro è stato coperto non solo da un certo contesto sociale, ma da una rete di carattere massonico che lo proteggeva in tutto il mondo per i suoi spostamenti. Ha fatto perciò scalpore riguardare a ritroso ciò che aveva detto Salvatore Baiardo, vicino ai Graviano, pochi mesi prima. Il gelataio di Omegna, infatti, aveva prospettato uno scenario, supportato, evidentemente, dalla conoscenza della malattia del boss. Baiardo è stato poi invitato da Giletti a Non è l’arena su La7 domenica scorsa in prima serata.
In quella occasione siamo stati messi di fronte a un fatto nuovo: l’ingresso nel dibattito pubblico del discorso mafioso o paramafioso. Baiardo ha mostrato capacità nel dire e nel non dire, nel parlare e nell’alludere, nel mediare e nell’acconsentire, forse nel depistare. Abile a non tradire emozioni e ad andare al cuore della questione: l’ergastolo ostativo. Giocatore di poker professionista, attento a giocare in un gioco più grande. La sua sicurezza nel trattare argomenti scottanti, quasi certamente, si basa sull’appoggio solido di emissari di potere attivi e al loro posto. E poi l’allusione all’agenda rossa di Borsellino, vista personalmente, e passata di mano in mano. Un segnale dato ad altri poteri?
Tutto questo in un periodo in cui si è ritornato a parlare nei servizi di Report della presenza di Delle Chiaie a Capaci, prima dell’attentato. Un nuovo rompicapo, insomma. Un gigantesco puzzle con tessere più o meno grandi, con maggiori o minori capacità di deterrenza (mafia, massoneria, servizi deviati e traditori, neofascisti, ecc). Pezzi di poteri a incastro o in cerca di nuovi incastri, in cui cambiano i nomi, ma mai la dinamica interiore.
Il cuore dell’uomo, disastrosamente, pensa che chi ha più potere ottiene più forza, più spazio e più vita. E il Potere lo si guadagna con il timore, con la capacità di schiacciare l’altro, con la menzogna e il ricatto. Invece, nei fatti, il Potere stragista antitaliano, anticattolico, antiumano ha prodotto solo morte dei cuori e anime confitte nel ghiaccio della Caina, non acquisizione di forza. Nessuno, infatti, può sfuggire a uno sguardo che vive dal di dentro di tutti. Ognuno di noi, quando è nel chiuso della sua stanza e da solo con sé stesso, sa chi è e che cosa ha fatto, anche se non è stato condannato o scoperto. E allora non si tratta di pensare, ma di ricordare, cioè di riportare al cuore la verità. Questo è possibile, per noi, grazie a due volti che si sono posti di fronte all’estremo, alla morte.
Al funerale del marito la giovane vedova Rosaria Schifani disse: “Io vi perdono, però dovete mettervi in ginocchio”. E di fronte ai suoi assassini, don Pino Puglisi, beatificato per il martirio in odium fidei da Benedetto XVI, misteriosamente sorrise, dicendo: “me lo aspettavo”. Che libertà ci hanno testimoniato i cuori di queste due persone?
Non una libertà a buon mercato e a costo zero, ma una libertà bagnata dal dolore delle lacrime e del sangue. Una libertà radicale che prima ancora che giuridica è ontologica. Non hanno avuto paura di guardare l’effetto disastroso del male e l’imminente attacco alla propria vita. E lo hanno fatto con un giudizio che resta scritto nel tempo, tatuato sul corpo della storia. Il potere dei senza potere: il volto di un innocente. E sono tanti i volti che non hanno voluto essere pedine del nulla, ma nomi dell’infinito. I volti di un popolo su cui il Potere (mafioso, massonico, politico-finanziario, istituzionale deviato, ecc.) non ha il potere ultimo. Insieme sono un annuncio nuovo. Libero veramente è un cuore liberato dal male, cioè dalla rottura del proprio cuore con sé stesso e con l’altro.
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