Nando Dalla Chiesa, scrittore, sociologo, politico, fratello di Rita e figlio del Generale Dalla Chiesa, è stato intervistato ieri sera durante il programma di La7, Propaganda Live. Si parla dell’arresto di Matteo Messina Denaro, e Nando Dalla Chiesa ha esordito così: “La prima reazione è stata di contentezza è ovvio, non è vero che ci sono gli imprendibili e gli invincibili quando lo Stato fa sul serio, e questo non è poco”. E ancora: “E’ stata una liberazione da questa cappa di impotenza che gravava, ma da diversi mesi coglievo segnali diversi nei seminari, nei convegni in cui presenziavano i carabinieri e la risposta era sempre la stessa, ‘Lo prenderemo, ci stiamo lavorando’, e cosi è stato”.



Nando Dalla Chiesa ha proseguito: “C’è una società disposta a non parlare di mafia per anni e poi quando c’è da parlarne senza saperne nulla esprime le sue opinioni. L’idea che i mafiosi non parlano più al telefono… basta prendere un’ordinanza di custodia cautelare per capire quante cose si dicono, io ne ho letta una di recente in cui uno diceva che era il capo mafia di Buccinasco. E’ fuori dal mondo dire che non usano il telefono, lo usano anche se con cautela”.



NANDO DALLA CHIESA: “CIO’ CHE MI FA ARRABBIARE SU MESSINA DENARO…”

Nando Dalla Chiesa ha continuato dicendo: “Ciò che mi fa arrabbiare e chi dice che adesso è peggio di prima perchè hanno preso Matteo Messina Denaro ed ora non sappiamo chi è il capo. Siamo in un mondo di pazzi: subito uno al suo posto come se fossimo in un ufficio? Per fare il capo mafia ci vogliono anni e anni, ha un suo carisma, ha una sua biografia, ha tante relazioni politiche e istituzionali… questo è assurdo e ciò vorrebbe dire non prenderli mai perchè è sconosciuto e quindi è peggio, sentire un dibattito così è deprimente”.



Sulla penetrazione della mafia nella politica: “Rispetto gli anni ’80 è diminuita, allora arrivavano al capo del governo. Quando venne arrestato Leoluca Bagarella sulla sua agenda vennero trovati i numeri di sette membri del governo e non credo che siamo a questi livelli. Ma i rapporti con la politica ci sono ancora, sono forme meno plateali, gli investigatori sono anche meno dipendenti politicamente. Tutte le volte la musica è la stessa – ha concluso – prima si ora no. Ora è sicuramente di meno ma basta abbassare l’attenzione e si può tornare a quello di prima”.