A Mattino Cinque News, programma in onda tutte le mattina su Canale 5, si torna a parlare di Matteo Messina Denaro, e precisamente delle parole del primo interrogatorio del super latitante, emerse negli scorsi giorni. In collegamento vi era il noto magistrato antimafia Alfonso Sabella che ha spiegato: “Siamo ampiamente abituati a questa dichiarazioni, da un lato c’è l’arroganza e il sarcasmo e dall’altra la potenza di un boss che non cede ai magistrati, rientra nella normalità di questi interrogatori quando decidono di rispondere alle prime domande. Precisiamo anche che alle prime domande c’è l’obbligo di rispondere e non si può avvalere della facoltà di non rispondere”.
Alfonso Sabella ha quindi proseguito: “Da un lato deve dimostrare il dente avvelenato verso lo Stato dicendo di essere un semplice agricoltore con i beni sequestrati anche se in realtà ne mancano molti da sequestrare, dall’altro lato deve mostrare il suo potere, il suo fatto di essere irridente. Gerlando Alberti, famoso boss, quando gli chiesero cosa fosse la mafia disse una marca di formaggi, invece Michele Greco usava il verbo mafiare, un modo per difendersi ma nel contempo irridere lo stato. E’ un atteggiamento che sta dando un messaggio anche all’esterno, è un boss che si sta continuando a dimostrare come tale. Dà segnale di forza e di potenza di prendere in giro lo stato mentre dal suo punto di vista si pone come una vittima rispetto agli inquirenti ma è tutto abbastanza fisiologico”.
MATTEO MESSINA DENARO, SABELLA: “CI SONO INDAGINI IN CORSO, ATTESE NOVITA’…”
Alfonso Sabella ha continuato su Matteo Messina Denaro: “Ci sono indagini in corso ma sono pressochè certo che avremo nuovi sviluppi nelle prossime settimane. Lo stato non può utilizzare strumenti diversi da quelli a disposizione. Mafiosi ricchissimi hanno chiesto reddito di cittadinanza e sussidi – ha aggiunto – anche in maniera provocatoria. Certe volte è una provocazione verso lo Stato”.
Infine sul rapporto con la figlia: “Ci sono aspetti anomali ma anche normali, i vecchi boss volevano che i figli non seguissero le loro orme. Con le figlie femmine il rapporto è sempre stato diverso, i boss volevano che fossero femmine di mafia, rispettando l’ambiente, che si sposassero con una persona di altro profilo nel gotha mafioso, e pare in questo caso che non sia avvenuto”.