A poco più di un mese dalla tragedia del bus di Mestre, precipitato da un cavalcavia causando 21 decessi e 15 ferimenti, arrivano nuove evidenze sull’autista, Alberto Rizzotto, morto anche lui a causa della caduta. Sembra, infatti, che l’uomo soffrisse da diverso tempo di problemi al cuore che l’avevano costretto nelle giornate precedenti all’incidente a recarsi più volte al pronto soccorso. Quest’ultimo è stato interpellato dalla Procura, che attualmente è in attesa di informazioni aggiuntive sulle ragioni delle visite frequenti. Inoltre, è stata chiesta una seconda autopsia sul cadavere dell’autista del bus precipitato a Mestre, al fine di individuare eventuali segni di un qualche malore che potrebbero essere sfuggiti durante la prima autopsia.
Bus precipitato a Mestre: le ipotesi degli inquirenti dal malore al malfunzionamento
Insomma, presto verrà eseguita una seconda autopsia sul cuore dell’autista del bus precipitato a Mestre, per opera di Cristina Basso, la cardiologa dell’Università di Padova considerata una luminare delle morti invisibili. Sul cuore, infatti, si cercano segnali minimi di un qualche problema cardiaco che potrebbe essere sfuggito alle normali analisi che vengono fatte in questi casi. La prima autopsia effettuata subito dopo l’incidente, sul corpo di Alberto Rizzotto, infatti, aveva escluso l’ipotesi che potesse trattarsi di un malore.
Il bus è precipitato a Mestre il 3 ottobre scorso e da quel momento la procura ha aperto e sondato tutte le possibili strade, dal malore, fino al guasto meccanico del bus e all’incuria della strada veneta. Queste, attualmente, sono le piste maggiormente battute e che hanno portato ad iscrivere nel registro degli indagati Massimo Fiorese (ad della società del bus), Roberto Di Bussolo e Alberto Cesaro (direttore e funzionario del settore Viabilità del comune di Venezia). Tra le piste sul bus precipitato a Mestre, in particolare, emerge quella dell’incuria, soprattutto a fronte del fatto che i problemi al cavalcavia della Vampa erano già noti da almeno un anno, oggetti di molte perizie e con un intervento che era iniziato appena il 4 settembre. Si indaga anche sulle condizioni del mezzo, soprattutto perché diversi altri bus della stessa compagnia sono stati soggetti ad altri indicenti, fortunatamente meno gravi.