Meta, licenziamenti: 11mila dipendenti a casa

Via ai licenziamenti in Meta: da oggi undicimila dipendenti rimarranno a casa. L’azienda ha deciso di operare un taglio del 13% della forza lavoro dell’azienda in seguito ad un calo dei profitti. Quello di Meta Platforms è uno dei più grandi licenziamenti tecnologici di quest’anno, confermato dallo stesso Mark Zuckerberg, che si è assunto le proprie responsabilità. L’imprenditore ha confermato ai suoi dirigenti i tagli in arrivo, parlando di mal gestione della società. L’impennata dei costi e la debolezza del mercato pubblicitario stanno mettendo in ginocchio Meta come molte altre aziende.



“Oggi condivido alcuni dei cambiamenti più difficili che abbiamo fatto nella storia di Meta. Ho deciso di ridurre le dimensioni del nostro team di circa il 13% e di separarmi da 11.000 dei nostri talentuosi dipendenti. Voglio assumermi la responsabilità di queste decisioni e di come siamo arrivati a questo punto. So che è difficile per tutti e sono particolarmente dispiaciuto per le persone colpite”, si legge in una lettera di Zuckerberg ai dipendenti.



Meta, controtendenza rispetto all’incredibile crescita durante la pandemia

I dipendenti licenziati negli Stati Uniti da Meta riceveranno 16 settimane di stipendio base oltre a due settimane aggiuntive di stipendio per ogni anno di servizio. Inoltre l’azienda coprirà la loro assicurazione sanitaria per sei mesi, spiega SkyTg24. Le big tech stanno vivendo una crisi molto difficile, in controtendenza con la crescita vissuta nel corso della pandemia. Tra il 2020 e il 2021 Meta aveva infatti assunto più di 27mila persone. Nel corso del 2022, nei primi nove mesi, sono stati assunti altri 15.344 dipendenti, portando il totale dei lavoratori a 87mila unità.



L’ultimo bilancio trimestrale dell’azienda parla però di perdite considerevoli, molte dovute agli investimenti per la costruzione del Metaverso, voluto da Mark Zuckerberg in persona. Per questo il valore delle azioni è crollato del 73% in un anno. I licenziamenti di Meta seguono quelli di altre aziende, come quelli di Stripe e Lyft. Amazon ha bloccato le assunzioni mentre Twitter ha appena licenziato circa la metà dei suoi 7.500 dipendenti.