I soldi delle pensioni per fannulloni e stranieri, questa la denuncia di Libero in una sua analisi dei conti dell’Inps. Già in difficoltà per i grandi fenomeni demografici, il sistema pensionistico italiano deve fare i conti con il macigno rappresentato dall’assistenza. L’ultimo rapporto pubblicato dall’Osservatorio di Itinerari Previdenziali non lascia spazio a dubbi: quasi la metà delle prestazioni erogate dall’Istituto nazionale della previdenza sociale sono assistenziali.
Entrando nel dettaglio dei numeri, su 16 milioni e 98 mila pensionati, ben 7 milioni e 277 mila sono assistiti: il 44 per cento delle prestazioni. Nel restante 56 per cento rientrano invece le pensioni di invalidità da lavoro. Un altro dato preoccupante riguarda il carico della spesa assistenziale a carico della fiscalità generale, un vero e proprio boom dal 2008 al 2021: si è passati da 54 miliardi di euro a 144 miliardi, a cui bisogna aggiungere 11 miliardi di euro di spesa per l’assistenza sociale a carico degli enti locali.
“Metà pensioni a fannulloni e stranieri”
I dati fanno riflettere. Come rimarcato da Libero, la spesa sociale è ormai ai livelli della spesa per le pensioni, ma quest’ultima è finanziata dai contributi di scopo versati dai lavorati. L’assistenza, invece, è interamente a carico dei contribuenti che dichiarano più di 35 mila euro di reddito lordo annuo. Tutti i governi hanno mischiato assistenza e previdenza, sbagliando, il j’accuse di Renato Farina. E anche gli esperti del settore hanno stigmatizzato senza mezzi termini questa tendenza. L’ex direttore generale del ministero del Lavoro Natale Forlani è categorico, i poveri non si aiutano togliendo ai pensionati: “Questo è quanto avvenuto negli ultimi 15 anni. Il problema, poi, si aggraverà in futuro perché la popolazione in età lavorativa diminuirà in modo significativo. Rispetto al 2019, abbiamo perso 650 mila persone in età da lavoro. Il risultato della decrescita demografica è che nel 2039 avremo 5 milioni di lavoratori in meno”. Secondo l’esperto la povertà è diventata un pretesto per dare soldi a chiunque si dichiari povero: “Non c’è alcun accertamento credibile”. L’unica via d’uscita è una razionalizzazione del sistema. Insomma, c’è tanto lavoro da fare.