Meta, società madre di Facebook, perde un’altra battaglia contro l’antitrust tedesco. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea si è infatti schierata al fianco dell’antitrust di Berlino, che ha vietato la raccolta dei dati da parte di Meta per collegarli agli account Facebook degli utenti per fini pubblicitari. Secondo l’antitrust, infatti, si sarebbe trattato di abuso della posizione dominante dell’azienda.



Meta, società che gestisce numerosi servizi tra cui social popolarissimi come Facebook, Instagram e WhatsApp, aveva impugnato la decisione dell’antitrust presso un tribunale di Düsseldorf. La Germania a quel punto ha interpellato direttamente la Corte di Giustizia europea. La sentenza è arrivata nella giornata di oggi, martedì 20 settembre 2022, e stabilisce la validità di quanto già sottolineato dall’autorità di regolamentazione tedesca. In più, sancisce anche il divieto per Meta di raccogliere i dati tramite i suoi servizi e piattaforme, per collegarli poi a Facebook con finalità di proporre pubblicità ai suoi utenti. L’Autorità federale tedesca per la concorrenza ha quindi imposto il divieto a procedere con l’elaborazione dei dati raccolti.



Meta contro l’Antitrust tedesco, non può raccogliere dati sensibili

L’avvocato generale del tribunale dell’Unione Europea ha sottolineato che l’antitrust di Berlino non ha la giurisdizione per pronunciarsi su una violazione delle norme relative alla protezione dei dati, ma che comunque il rispetto di queste normative costituisce un indicatore importante per capire se un’azienda come Meta abbia violato o meno le regole sulla concorrenza. Ha anche aperto alla possibilità che, in questo caso specifico, Meta possa essere oggetto di divieto di trattare dati personali sensibili come l’etnia, l’orientamento sessuale e lo stato di salute dei suoi utenti.



Questo divieto potrebbe essere derogato soltanto nel caso in cui gli utenti siano pienamente consapevoli di rendere pubblici i propri dati personali con un atto esplicito, ha dichiarato l’avvocato generale. E da questi “atti espliciti” sono escluse azioni quali premere su un bottone dopo aver inserito dati richiesti per l’accesso a siti web e applicazioni. In ogni caso, il parere dell’avvocato generale del tribunale dell’Unione Europea non ha carattere vincolante, però può dare un’indicazione abbastanza precisa sulla decisione che sarà poi presa dal Tribunale stesso.