Mark Zuckerberg è stato chiaro: il futuro di Facebook si chiama metaverso. Ma quale sarà il “business” dell’uomo che ha cambiato il mondo dei social (e non solo quello)? A spiegarlo con un esempio elementare è Martina Pennisi sulle pagine de Il Corriere della Sera: “La scorsa primavera, una borsa di Gucci è stata venduta al prezzo di circa 4.100 dollari. Che cosa c’è di strano? Era la versione solo digitale del modello Dionysus, con l’iconica ape, all’interno del videogioco Roblox. Nel mondo reale la stessa borsa, tangibile, costa 700 dollari in meno“. Eccola, la svolta che Zuckerberg intende trasferire sulle sue piattaforme, il potenziale che giustifica un investimento di risorse e credibilità così corposo. Per essere ancora più chiari: “Non si tratterà di giochi o piattaforme con cui interagisci dall’esterno, ma in cui entri e che vivi in prima persona, con un avatar“.
METAVERSO FACEBOOK: DA DOVE ARRIVERANNO I RICAVI
Proprio l’esperienza di Roblox nel settore può essere indicativa di ciò che vedremo in futuro col metaverso di Facebook. Lo ha spiegato la vice president, global business group di Meta (già Facebook) Nicola Mendelsohn: “La pubblicità sarà una componente importante, ma non la principale: stiamo già vedendo esperimenti alternativi con la realtà aumentata. Su Instagram Rayban ti fa provare diversi tipi di occhiali. I marchi possono farti provare trucchi, vestiti o valutare l’acquisto di un mobile. Siamo solo all’inizio del viaggio, possiamo immaginare che ci sarà una parte gratuita finanziata dalla pubblicità e una parte a pagamento, come l’acquisto di biglietti per i concerti. I marchi potranno inoltre creare stanze in cui mostrare esperienze e prodotti (una sorta di Second Life di nuova generazione, ndr)”. Per Meta quello dell’hardware rappresenta uno snodo decisivo. Come ha messo nero su bianco l’analista Benedict Evans, Zuckerberg “vuole essere il proprietario, non più l’inquilino“. E qui si torna alla lungimiranza dell’imprenditore che nel 2014 comprò i visori Oculus, gli occhiali Stories e altri dispositivi che potranno diventare, come spiega Il Corriere della Sera, “la porta di accesso per il nuovo mondo e di fatto gli smartphone di nuova generazione“. Meta avrà dunque “il controllo dell’ecosistema, con la promessa di Zuckerberg a creatori e sviluppatori di guadagni più consistenti rispetto a quanto accade adesso nei recinti di Apple-iOs e Google-Android“.
METAVERSO FACEBOOK: LA CHIAVE SARÀ L’INTEROPERABILITÀ
Mendelsohn al riguardo è ancora più preciso: “Il nostro obiettivo è raggiungere un miliardo di persone nei prossimi dieci anni e generare centinaia di miliardi di dollari di digital commerce“. Luca Della Dora, innovation director dell’agenzia We Are Social, ha spiegato come questo sarà possibile: “Passiamo sempre più tempo online, e sempre più spesso la nostra immagine è delegata a un avatar. Diventa quindi sempre più naturale attribuire ai beni virtuali la stessa importanza che diamo a quelli fisici: per i giovanissimi è già così“. Protagonisti di questa svolta saranno gli Nft (non-fungible token): il metaverso “cambia il concetto di proprietà garantita nel digitale: gli oggetti o gli spazi si possono comperare, vendere e scambiare. Il possesso dovrà essere multipiattaforma“. Ciò significa che qualcosa acquistato in un determinato metaverso dovrà essere utilizzabile anche su altre piattaforme: l’effetto contagio dovrà assicurare interoperabilità. E già si vedono i primi bagliori di questo processo, con Microsoft e Meta accordatesi pochi giorni fa per far comunicare le piattaforme Workplace e Teams. Chissà se lo stesso accadrà anche con i rispettivi metaversi, a cui entrambe stanno lavorando…