Il calo del prezzo del gas delle ultime settimane è una delle migliori notizie possibili per l’Europa ed è una delle principali cause del calo del rendimento del Btp. Diciotto mesi fa, ben prima della fine del Governo Draghi, lo spread Btp-Bund ha cominciato a salire in coincidenza con i primi movimenti di truppe russe ai confini con l’Ucraina quando si è cominciato a scontare il conflitto con il principale fornitore di gas e di materie prime dell’Unione europea. La crisi energetica significa non solo una normale crisi economica in Europa, ma una seria minaccia alla sopravvivenza della sua industria. Per questo le prime avvisaglie della guerra, nel 2021, si sono immediatamente trasferite sul mercato delle obbligazioni statali europee e in particolare di quelle italiane che rimangono, in solitaria, il fianco più esposto dell’Unione. Spagna e Portogallo sono molto meno fragili dell’Italia dal punto di vista energetico.
Fino a tre mesi fa non era lecito essere ottimisti sulla stagione termica. Molti, a ragione, hanno invocato i razionamenti per evitare che l’Italia si trovasse nella situazione di dover imporre blackout non programmati oppure che il prezzo del gas rimanesse ai livelli folli di agosto e settembre. Allora nessuno poteva prevedere che i consumi residenziali di gas in Italia sarebbero calati del 25% senza alcun vero obbligo. È un effetto della prudenza degli italiani, che riducono le ore di accensione del riscaldamento e, in misura maggiore, di un autunno eccezionalmente mite. L’inizio dell’inverno, per ora, ha visto temperature sopra la media in tutta l’Europa. Gli stoccaggi di gas nel Vecchio continente oggi sono a livelli sensibilmente superiori a dodici mesi fa. All’inizio dell’autunno le navi cariche di gas facevano fatica a scaricare la materia prima in Europa perché i consumi europei erano fermi grazie a temperature quasi primaverili.
Il risultato è che il prezzo del gas europeo è ai minimi degli ultimi dodici mesi. I prezzi dell’energia elettrica sia spot che a termine, invece rimangono elevati, e riflettono la precarietà dell’attuale situazione sia nel breve periodo che nel medio. Mancano ancora tre mesi alla fine della stagione termica e le previsioni meteo oltre la settimana perdono di affidabilità. Più in là l’Europa non può basarsi sulle speranze che continuino inverni caldi e comunque le forniture di gas rimangono precarie.
Guadagnare tempo è comunque fondamentale; l’inverno caldo toglie pressione al sistema economico e politico europeo e regala margini di manovra. Le previsioni meteo che fino all’anno scorso erano consultate dai trader sull’energia elettrica e il gas oggi raccolgono un pubblico molto più ampio. Aver messo in cascina la prima metà della stagione termica è comunque positivo; le temperature più fredde che dovrebbero arrivare settimana prossima per ora non spaventano. L’Europa e gli Stati più fragili non possono sprecare questa occasione.
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