In Italia è stato scoperto un meteorite che risulta essere estremamente raro, si tratta infatti di un “sasso” che contiene una rarissima lega di alluminio e rame, come si legge su TgCom24.it e che presenta al suo interno dei materiali con una simmetria proibita, i “quasicristalli“. La sua scoperta è stata descritta presso la rivista “Communications Earth & Environment” attraverso una ricerca italiana guidata dall’università di Bari, in collaborazione con quella di Firenze e l’Asi, l’agenzia spaziale italiana. Esternamente il meteorite si presenta come una sfera molto piccola, ed è stato scoperto in Calabria, sul monte Gariglione. A trovarlo un collezionista, attratto dalla lucentezza metallica dello stesso, dopo di che lo ha spedito a Bari per farlo analizzare, confermando quindi si trattasse di materiale “extraterrestre”.



Il ritrovamento si è rivelato eccezionale in quanto si tratta solamente del terzo caso al mondo di un “sasso” che contiene delle leghe metalliche di questo tipo. Come si legge su TgCom24.it, gli studiosi sono rimasti in particolare impressionati dal constatare che avessero fra le mani un elemento mai trovato in natura, appunto un rarissimo quasicristallo. Si tratta della seconda volta nella storia che avviene un ritrovamento di questo tipo, dopo quello avvenuto nel 2011 a Khatyrka, ottenuto grazie ad una spedizione internazionale che si era spinta fino alla zona più estrema a est della Russia, leggasi in Chukotika, luogo appunto dove è stato rinvenuto il raro quasicristallo.



METEORITE RARISSIMO TROVATO IN ITALIA, IN CALABRIA: “ECCO COSA SONO I QUASICRISTALLI”

Come specifica ancora TgCom24.it, Luca Bindi, professore di mineralogia all’ateneo fiorentino, soffermandosi su questi minerali ha spiegato: “I quasicristalli sono materiali in cui gli atomi sono disposti come in un mosaico, in modelli regolari ma che non si ripetono mai nello stesso modo, diversamente da quello che succede nei cristalli ordinari”.

E ancora: “Fu Dan Shechtman, poi premiato nel 2011 con un Nobel per le sue scoperte, a studiarne negli anni ottanta la struttura, che li rende preziosi anche per applicazioni in vari settori industriali. Quindici anni fa, fui proprio io a scoprire che tale materiale esisteva anche in natura, grazie all’individuazione del primo quasicristallo in un campione appartenente alla meteorite Khatyrka”.