METROPOL-LEGA, LA RETE DI NOMI LEGATI AL FINTO SCOOP DELL’ESPRESSO
Non si placa la discussione politica circa le ultime indiscrezioni de “La Verità” per il caso (archiviato) dei fondi russi alla Lega nella presunta trattativa avvenuta al Metropol di Mosca nel 2018: dopo che il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro negli ultimi giorni ha pubblicato le prove di una “macchinazione” per un finto scoop contro la Lega preparato dal settimanale L’Espresso, ancora oggi lunedì’ 5 giugno emergono dettagli e novità legate a quella presunta finta rete di accusatori del Carroccio.
In particolar modo, scrive lo scoop de “La Verità” di Giacomo Amadori, si iniziano a scorgere i primi nomi coinvolti nello “scoop” dell’Espresso sul caso Metropol. In quella trattativa-pantomima in cui personaggi vicini al presidente russo Putin avrebbero cercato di far arrivare soldi alla Lega di Salvini per la compravendita di petrolio russo, resta centrale la figura dell’avvocato Gianluca Merenda, presente all’incontro nell’hotel di Mosca con l’ex portavoce di Salvini, Gianluca Savoini. Quell’incontro, scrive “La Verità”, appariva più simile «ad una recita in cui nessuno era quello che diceva di essere». Ancora Amadori scrive nel suo dossier come Meranda, per anni considerato uno dei personaggi poco “limpidi” che avrebbe trattato finanziamenti illeciti per la Lega, adesso «si è scoperto che più che per il Carroccio, lavorava per L’Espresso, indossando i panni dell’infiltrato o, peggio, dell’agente provocatore. Ebbene quell’avvocato controverso, “amico” del giornalista Giovanni Tizian (autore del Libro nero della Lega), a quel consesso era giunto per rovinare il Carroccio, con l’iPhone in modalità recording»
LEGA VS ESPRESSO: “PD E MASSONERIA NELLA MACCHINAZIONE”
Dopo l’espulsione di Meranda dalla Serenissima Gran Loggia d’Italia – «per aver attentato all’armonia e all’integrità», fu la decisione nel 2015 del Gran maestro Massimo Criscuoli Tortora – l’avvocato è riuscito ad intrattenere una folta rete di contatti-collaboratori che sarebbe poi stata utile anni dopo nella presunta “macchinazione” dell’Espresso contro la Lega sul caso Mariupol. «Una lista di 35 persone e relativi “ruoli”, e tra cui spicca il “compagno segretario aggiunto” Khalid Chaouki del Partito Democratico», scrive ancora “La Verità”.
Oltre a contatti pregressi, Meranda e l’esponente Pd avrebbero spesso viaggiato assieme sia in Serbia che verso Mosca: «Avevo instaurato un rapporto di amicizia con Meranda e Vannucci (il cosiddetto “Terzo uomo” presente all’incontro all’hotel Metropol, ndr) e questi mi aggiornavano di tanto in tanto dei progetti in corso», ha dichiarato Chaouki secondo quanto riportato da “La Verità”. Il dossier del quotidiano è tutto un elenco di nomi tra faccendieri, avvocati e personaggi ancora tutti da chiarire nella presunta maxi-rete di accusatori della Lega: «La macchinazione anti-Lega all’hotel Metropol per lanciare una indegna campagna di fango si arricchisce di nuovi dettagli, con presenza di massoneria ed esponenti di sinistra tra cui un ex parlamentare Pd», attacca il vicesegretario del Carroccio Andrea Crippa, il quale aggiunge «Il silenzio della sinistra e dei suoi giornali, a iniziare dall’Espresso, è indecente. Anni di fango, calunnie, insinuazioni contro uno dei principali partiti italiani alla vigilia del voto. Ora, viste le rivelazioni della Verità, intervengano Copasir, magistratura, ordine dei giornalisti».