Diretta documentario su Francesco Totti dal titolo “mi chiamo Francesco Totti”, commento live
Il film Mi chiamo Francesco Totti si conclude con il ritiro del capitano della Roma dopo le stagioni travagliate alla corte di Luciano Spalletti. Con il ritorno del tecnico infatti l’attaccante credeva che avrebbe ritrovato un amico, data la prima parentesi, ma in realtà i rapporti nella seconda avventura sulla panchina giallorossa non sono mai stati idilliaci. L’allenatore ha fatto giocatore il giocatore pochissimo, tanto da portarlo all’amara decisione di appendere gli scarpini al chiodo. La festa di addio all’Olimpico, come una bolgia, al fianco di Ilary Blasi e dei figli Cristian, Chanel e Isabel.
L’amore dei tifosi, degli ex compagni e di chiunque sia stato al suo fianco in questa splendida carriera alla Roma, durata ben venticinque anni, rimarrà per sempre nel cuore di Francesco Totti. L’attaccante ha scritto la storia del club giallorosso e non verrà mai dimenticato. (agg. di Chiara Ferrara)
La vittoria del Mondiale 2006 con l’Italia
Un altro momento idilliaco nella carriera di Francesco Totti: la vittoria del Mondiale 2006 con l’Italia. Dopo il brutto infortunio che lo ha colpito in campionato con la Roma, è stata una vera e propria corsa contro il tempo per prendere parte alla competizione. In un mese aveva ricominciato a camminare, dopo due mesi aveva ricominciato a correre e dopo tre era in campo con la maglia azzurra. Il c.t. Marcello Lippi ha creduto in lui fin dal primo momento, tanto da andarlo a trovare subito dopo l’intervento alla caviglia e poi da andare costantemente a vedere gli allenamenti. Nonostante il poco impiego, date le condizioni fisiche, è stato uno dei protagonisti della cavalcata.
Al suo fianco, oltre a c.t. e compagni, c’è sempre stato anche Vito, il suo preparatore atletico. Il calciatore ha voluto ringraziarlo personalmente in Mi chiamo Francesco Totti, il film documentario sulla sua carriera in onda su Rai 1. (agg. di Chiara Ferrara)
La storia d’amore tra Francesco Totti e Ilary Blasi
Nel corso di Mi chiamo Francesco Totti viene raccontato anche il matrimonio tra Francesco Totti e Ilary Blasi. I due si conobbero quando lei era una Letterina di Passaparola. A presentarli fu un amico in comune in un pub. Subito si scambiarono i numeri e iniziarono a scambiarsi sms, ma lei non voleva sembrare una facile e dunque rimaneva sulle sue. Un giorno, per conquistarla, il capitano della Roma decise di regalarle i biglietti per il derby contro la Lazio. Alla partita preparò una maglia da dedicarle in caso di gol. “Avevo pensato di scrivere ti amo, ma ancora neanche stavamo insieme. Allora ho scritto 6 unica”, ha raccontato.
Da lì iniziò la storia d’amore, la più tipica: quella tra calciatore e letterina. Il matrimonio il 9 giugno 2005 – lui aveva 28 anni e lei 24 – nella Basilica dell’Araceli di Roma con immagini trasmesse in diretta TV. “Ne abbiamo passate tante, ma Dio ha voluto che stiamo ancora insieme”, dice (il film documentario è stato registrato qualche anno prima del divorzio). È stato anche per la volontà di costruire una famiglia nella sua città che Francesco Totti rifiutò l’offerta del Real Madrid. Ad andare ai Blancos, piuttosto, fu Antonio Cassano, grande amico ed ex compagno. (agg. di Chiara Ferrara)
Lo scudetto della Roma
Lo scudetto della Roma: uno dei momenti più belli della carriera di Francesco Totti viene raccontato nel film documentario Mi chiamo Francesco Totti. Una lotta serrata fino all’ultimo minuto, che si concluse con la vittoria contro la Fiorentina all’Olimpico per 3-0. I tifosi giallorossi invasero il campo prima del fischio di inizio, tanto da temere che ci sarebbe potuta essere una sconfitta a tavolino. Per fortuna non fu così. “Vincere uno scudetto a Roma è come vincerne dieci in altre città”, ha raccontato il capitano. La festa in città è stata infatti immensa. L’ex attaccante ricorda anche la promessa di Sabrina Ferilli, che si sarebbe dovuta spogliare e andò alle celebrazioni in intimo.
Dopo la vittoria l’estate con gli amici. Una barca con la bandiera della Roma appesa. Tutti si tatuarono un gladiatore sul braccio. “Anche se a me non è che piacciono tanto i tatuaggi”, precisa il campione. (agg. di Chiara Ferrara)
Gli allenatori di Francesco Totti, da Mazzone a Zeman
L’inizio della carriera alla Roma, come raccontato nel film Mi chiamo Francesco Totti, è magico. Il calciatore inizia a sentire il desiderio di diventare una vera e propria bandiera per il club della sua città. Il primo gol in Serie A il 4 settembre 1994 nella partita contro il Foggia. Il tecnico Carlo Mazzone aveva deciso di dargli fiducia e venne ripagato, tanto che diventò titolare segnando 4 gol in 21 presenze. Una situazione molto diversa da quella che si strutturò con Carlos Bianchi l’anno successivo. I rapporti mai idilliaci. “O me o lui”, disse l’allenatore. E la società scelse il suo bomber.
La crescita più importante, però, arrivò con Zeman. Un maestro, quasi un padre. “Inizialmente avevo l’ansia, perché con lui si lavorava duro. Poi ho scoperto che persona è”. Fu proprio il bosniaco a consegnare la fascia di capitano a Francesco Totti. “Ho scoperto quanto fosse bello, ma anche quali responsabilità rappresentava”. (agg. di Chiara Ferrara)
L’infanzia di Francesco Totti
Mi chiamo Francesco Totti, il film documentario sulla vita dello storico capitano della Roma, inizia con il racconto di una infanzia nella Capitale tra famiglia e pallone nel quartiere Porta Metronia. L’amore per il calcio, infatti, non è mai mancato. “Il sabato sera tutti i miei amici uscivano, io ero stanco e quindi bevevo un bicchiere di latte e andavo a casa”, ha raccontato. I primi tesseramenti da piccolissimo. La Fortituto, il Trastevere e poi la Lodigiani. È proprio quando vestiva la maglia di questa società che arrivò la chiamata del club giallorosso, che ci aveva visto sulle sue qualità. Anche la Lazio però lo aveva puntato.
“La mia famiglia era tutta romanista, non avrei mai potuto scegliere la Lazio”, racconta ancora. È così che il blitz di Gildo Giannini ebbe successo. Nelle giovanili giallorosse trovò inoltre il capitano Giovanni Giannini, che fu il suo punto di riferimento sin da quando era piccolo. (agg. di Chiara Ferrara)
Mi chiamo Francesco Totti, film di Rai 1 diretto da Alex Infascelli
Mi chiamo Francesco Totti impreziosisce il palinsesto di oggi, domenica 24 luglio, a partire dalle 21.25 su Rai 1. Si tratta di un film distribuito da Vision Distribution e prodotto da “The Apartment e Wildside, entrambe del gruppo Fremantle, con Capri Entertainment, Fremantle, con Vision Distribution e Rai Cinema, in collaborazione con Sky e Amazon Prime Video”. La regia è di Alex Infascelli, nel corso della sua carriera ha curato i video di alcuni cantanti italiani come Paola Turci, Daniele Silvestri, Riccardo Cocciante.
Nel 2001 vince un David di Donatello e un Nastro d’Argento come migliore regista esordiente per Almost Blue. In questo documentario dedicato a Totti ha curato il montaggio e scritto la sceneggiatura con Vincenzo Scuccimarra, la fotografia è di Marco Graziaplena.
Mi chiamo Francesco Totti, la trama del film
Leggiamo la trama di Mi chiamo Francesco Totti. Francesco Totti è conosciuto non solo dai tifosi romanisti ma da chiunque in – Mi chiamo Francesco Totti – il calciatore vincitore di un Mondiale di calcio nel 2006 e numero 10 della Roma, ripercorre la sua vita davanti a uno specchio, tutto accade il giorno prima di mettere la parola fine alla sua carriera calcistica. Francesco Totti inizia il suo racconto con l’aspetto del calciatore del 2020 ma lo immaginiamo nel 2017.
Questa è solo una delle forzature che il regista si è concesso durante le riprese perché non ha voluto celebrare nel suo documentario il campione, ma l’uomo, ossia una persona semplice, che nel corso della sua carriera ha commesso molti errori, ma ha gioito anche dei tanti trionfi.
In questo documentario Totti si mette a nudo, ripercorre tutta la sua vita, da quando da bambino calciava il primo pallino a quando è entrato a far parte della Primavera Giovanile della Roma e poi il suo primo esordio in una partita importante e l’amore per Ilary. Vediamo Totti alle prese con un brutto incidente, felice e contento durante il giorno del suo matrimonio fino al momento dei goal, dei rigori sbagliati e delle litigate in campo. La storia finisce con la presenza di Luciano Spalletti che è stato l’ultimo allenatore del “Pupone”.