Una donna ha accusato l’ex amante di averla fatta abortire a sua insaputa per mezzo di una tisana, al cui interno sarebbe stato disciolto un farmaco utile proprio a tale scopo. Un caso finito sul tavolo della Procura di Monza, che ha iniziato a indagare su quello che pare essere un giallo a tutti gli effetti, dal momento che un facoltoso mobiliere brianzolo di 55 anni è stato accusato davanti al collegio presieduto dal giudice Sonia Mancini di “interruzione non consensuale di gravidanza”, reato punito con la reclusione da quattro a otto anni.



Lo rivela il “Corriere della Sera”, che evidenzia come il processo sia entrato nel vivo per mezzo della testimonianza della donna, una negoziante di dieci anni più giovane dell’uomo, che sostiene di essere stata avvelenata nel mese di maggio 2018. Queste le sue dichiarazioni, riprese dal quotidiano: “Avevamo già attraversato qualche momento di crisi, ma poi lui sembrava si fosse convinto di andare avanti, sposarci e fare una famiglia. Quando gli dissi che ero rimasta incinta, la sua reazione fu rabbiosa, nonostante quello che diceva di desiderare per il nostro futuro. Io non sapevo che fare, ma alla fine decisi di tenere il bambino, con o senza di lui”.



“MI HA FATTO ABORTIRE CON UNA TISANA”: RINVENUTO SEDIMENTO SUL FONDO DELLA TAZZA, POI IL DRAMMA

A un certo punto, però, la situazione precipitò e il racconto della donna, pubblicato sulle colonne del “Corriere”, è da brividi: “Una sera andai da lui, visto che vivevamo separati. Quando entrai in casa trovai due tisane già pronte. Era un’abitudine che avevamo, ma di solito la preparavo sempre io al momento. Quando la bevvi, notai che era tiepida, come se fosse stata preparata già da un po’. Vidi anche che le aveva servite nelle tazze di porcellana e non nei bicchieri di vetro trasparente come eravamo soliti fare”.



Dopo quella tisana, il suo amato le avrebbe offerto un bicchiere di acqua di cocco, ma lei avrebbe notato che c’era del residuo sul fondo, come un sedimento, che invece nel suo bicchiere non c’era. Quella stessa notte, la donna fu ricoverata al “San Gerardo” di Monza, in preda a dolori atroci e perdite di sangue copiose. Gli investigatori hanno condotto fatto indagini sui computer e sui telefonini dell’imputato: “Oltre al contenuto di alcuni scambi via chat fra i due, di particolare interesse investigativo si sono rivelate molte ricerche su Internet effettuate dall’imputato, con frasi e parole chiave come ‘calcolo assegno mantenimento figlio naturale’, ‘mi ha incastrato, quanto devo pagare’, o ‘come favorire aborto spontaneo’ e ‘si può trovare cytotec nel sangue?'”.