Dramma nel carcere di Sollicciano, in provincia di Firenze, dove un poliziotto si è suicidato all’interno della cella che lo ospitava per il tentato omicidio di uno straniero originario del Gambia. L’episodio si è verificato nel pomeriggio di ieri, attorno alle 18 circa, quando i medici del 118, intervenuti su richiesta della sicurezza della struttura penitenziaria, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso dell’uomo, il quale, stando a quanto emerge da una prima ricostruzione, si sarebbe tolto la vita impiccandosi.



Il quotidiano “La Nazione” scrive che la Procura è stata messa al corrente dei fatti ed è altamente probabile che opti per l’esecuzione dell’esame autoptico, utile a stabilire con precisione le modalità con le quali il poliziotto ha scelto di uccidersi. L’agente aveva addirittura già tentato di compiere un gesto anticonservativo la sera successiva al tentato omicidio, mentre si trovava ai domiciliari. Al giudice confessò: “Questa notte mi sono messo un sacchetto in testa e ho cercato di uccidermi, poi ho desistito. L’ho fatto per i sensi di colpa e per la vergogna. Mi vergogno molto di quello che è successo”.



POLIZIOTTO SI SUICIDA IN CARCERE, IL SUO AVVOCATO: “CERCHEREMO DI FAR LUCE SU QUESTA VICENDA”

Il poliziotto si trovava in carcere dallo scorso 10 giugno e, si legge ancora su “La Nazione”, nella mattinata di giovedì era comparso al cospetto del gup Giampaolo Boninsegna per assistere all’incidente probatorio, formula processuale per mezzo della quale è stata sentita la presunta vittima della sparatoria che lo scorso 19 maggio aveva visto protagonista l’agente di polizia.

Gli avvocati di quest’ultimo avevano chiesto una misura più leggera o comunque diversa di detenzione: “Avevamo fatto richiesta per il carcere di Santa Maria Capua Vetere – ha evidenziato uno dei legali – e comunque il nostro assistito era sempre sotto osservazione. Cercheremo di far luce su questa vicenda”. Il poliziotto, assistente capo, da poco tempo era approdato presso la Questura di Firenze, dove era stato trasferito dalla Questura di Rimini, sembra per via di alcuni problemi di natura disciplinare.