Cambia la logica del Reddito di cittadinanza: chi è occupabile non avrà il sussidio, ma è prevista una “politica attiva definita anche da un’indennità di partecipazione”. Lo spiega Marina Calderone, ministra del Lavoro, che a Repubblica spiega che il nome del nuovo Rdc non è stato ancora definito. “Vorremmo che il nome fosse identificativo di un progetto. Più che il contenitore, mi interessa il contenuto”. Per ora viene chiamato MIA (Misura di inclusione attiva). Non ci sarà alcuna logica punitiva, “anzi le famiglie numerose in difficoltà riceveranno un sostegno più alto dell’attuale perché i minori vanno protetti”. Pertanto, l’obiettivo è fornire più risorse ai nuclei familiari, meno invece ai single che sono in grado di lavorare.
In questo modo si vuole correggere una “stortura” del Reddito di cittadinanza voluto da M5s. “Uno strumento che dava troppo al singolo e troppo poco ai nuclei con figli”, aggiunge Calderone. Per le famiglie numerose l’Isee nei prossimi mesi terrà conto anche dell’apporto fornito dall’Assegno unico per i figli, “in modo tale da ricevere più di ora”, spiega il ministro del Lavoro. Si vuole rivedere anche il contributo per l’affitto previsto dal Rdc: “Andrà a chi ne ha davvero bisogno, come le famiglie con figli e gli over 60”.
MIA, COME CAMBIA IL REDDITO DI CITTADINANZA: “INTERVENIAMO SU PUNTO DEBOLE…”
Le cose cambiano per i single occupabili. Stando alla relazione tecnica della manovra, i beneficiari del MIA (Misura di inclusione attiva) che possono lavorare sono 404mila, di cui 300mila sono singoli (75%). Quindi, il loro ingresso nel mondo del lavoro deve essere più rapido. “Questa platea va messa subito in grado di attivarsi. E lo faremo intervenendo sul punto debole del Reddito: la presa in carico. Ben 600 mila persone che ricevono il sussidio non sono mai passate per un Centro per l’impiego”, ha affermato Marina Calderone a Repubblica. Contestualmente si lavora ad una nuova piattaforma digitale per incrociare domanda e offerta di lavoro; quindi, chi richiede il nuovo sussidio deve iscriversi e sottoscrivere il Patto di attivazione digitale. “Il primo passaggio non l’ultimo per ottenere il sostegno economico. In quel momento avviene la presa in carico. Poi il sistema, in automatico, invia il soggetto al Centro per l’impiego oppure all’assistenza sociale dei Comuni e del Terzo Settore”, ha proseguito la ministra del Lavoro. I vasi, comunque, sono comunicanti, quindi le destinazioni possono essere invertite: “Un giovane padre di famiglia con figli piccoli potrà essere avviato al lavoro, dopo un periodo di sostegno, e un single non in grado di lavorare indirizzato all’assistenza”. Calderone, infine, ha negato che la riforma del Reddito di cittadinanza produrrò un risparmio di risorse prestabilito, preferendo parlare di una “platea molto più mobile”. La filosofia è di mettere in condizione di lavorare chi può farlo e farlo uscire il prima possibile da tale misura.