Alba Pazzi è la mamma di Elvira Zriba, morta dopo essere stata investita sul lungomare di Napoli da una moto guidata da un ragazzo 30enne di Frattamaggiore che sfrecciava a folle velocità e che non aveva nemmeno la patente. Due giorni fa si è aperto il processo nei confronti di colui che l’ha investita ma la 57enne napoletana è rimasta a casa perchè “molto provata emotivamente e psicologicamente” come ha spiegato ieri al quotidiano Il Mattino. «Non avevo la forza – dice – sono distrutta dal dolore e sto seguendo un percorso di terapia psicologica per poter andare avanti. Non sapevo come avrei potuto reagire a ciò che sarebbe accaduto in aula e, onestamente, non so neanche cosa avrei fatto se fossi stata lì di fronte alla decisione del rinvio. Potrei avere reazioni inaspettate, cerco di mantenere un equilibrio».



L’imputato ha scelto il rito abbreviato: «Voglio rimanere fiduciosa – ha continuato Alba Pizzi – ma non posso nascondere che la procedura del rito abbreviato mi preoccupa molto. Potrebbe significare una punizione più contenuta, magari senza la detenzione e per me è inaccettabile. Ho vissuto questo con Mustafà, il fratello di Elvira, investito otto mesi prima di lei mentre era in bici, a Pianura. In questo caso, la condanna è stata di poco più di tre anni e non so neanche se li farà in carcere».



LA MAMMA DI ELVIRA ZRIBA: “NON PROVO ODIO MA NIENTE PERDONO”

La mamma di Elvira Zriba spiega di non provare odio nei confronti dell’investitore: «Non provo odio per nessuno e questo riguarda anche il centauro che ha investito mia figlia. Ho saputo che ieri ha cercato di avvicinare i miei familiari, forse per scusarsi. È inutile qualsiasi avvicinamento. Non lo odio ma non potrò mai perdonarlo perchè mia figlia è sotto terra». La donna vuole ottenere giustizia non soltanto per sua figlia: «Ormai vivo per questo. Chiedo giustizia e verità per Elvira perchè non si può considerare incidente l’uccisione di una persona che è dipesa dalla scelta di un centauro di correre ad altissima velocità su una strada in centro città. Al posto di mia figlia ci sarebbe potuto essere chiunque, per questo la battaglia per la sicurezza stradale non riguarda solo ciò che mi è accaduto personalmente».



Da quando la povera Elvira è stata investita e uccisa ci sono stati altri 15 pedoni morti per investimento: «Il mio pensiero va a tutti, anche a quel ragazzo che, qualche giorno fa, è stato investito su corso Garibaldi. Spero possa riprendersi presto. Non è normale avere un numero così alto di uccisioni in strada e Napoli avrebbe bisogno di maggiori controlli delle forze dell’ordine, blocchi stradali e presidi di sicurezza come dossi e attraversamenti pedonali rialzati in tutti i quartieri».

LA MAMMA DI ELVIRA ZRIBA: “LA MIA VITA E’ CAMBIATA”

La signora Alba racconta di come la sua vita sia cambiata dalla morte della figlia: «Mia sorella Patrizia che viveva fuori Napoli si è trasferita per stare con me. Mi segue in tutto ed è sempre presente anche Carlo (il fidanzato della vittima ndr) che la sera della tragedia di Elvira stava organizzando con lei i festeggiamenti per il loro anniversario di fidanzamento. Cerco di farmi forza con il loro amore ma non sento più di vivere la mia vita. Ad eccezione dei familiari mi sento abbandonata».

Il riferimento, dice la stessa, è al Comune di Napoli: «Mi avevano promesso che sarebbe stata dedicata una piazzetta ad Elvira ma non è mai stato fatto. Non sono riuscita a incontrare il sindaco Manfredi. L’unico aiuto che avevo chiesto riguardava una casa popolare dal momento che mia figlia mi aiutava economicamente e ora non ho più nulla». Quindi conclude dicendo: «Chiedo ai giudici di mettersi nei panni. Non so se hanno figli ma mi auguro che valuteranno la sofferenza di noi genitori di omicidi stradali».