A Storie Italiane la storia di papà Gino che ha paura per la figlia, una ragazza di Monza, in quanto non riesce a lasciare un ragazzo violento che l’ha strangolata fortunatamente senza ucciderla. La figlia sta da circa un anno con un ragazzo più grande che Gino ha conosciuto: “Li ho ospitati in casa, qui a Napoli”, poi arriva aprile quando la figlia torna da sola: “Ho visto delle ecchimosi sul braccio sinistro dietro, ho chiesto spiegazioni e ha detto che era stato il tavolo, dopo averlo urtato”.



Quindi due mesi dopo delle nuove ferite: “Ho visto dietro la gamba dei lividi tipo calci, chiedo ancora spiegazioni e mi ha detto che quando stava sistemando il letto ha urtato qualcosa e si è fatta male”. Quindi il 12 dicembre quando a Gino arriva un messaggio disperato della figlia: “Mi chiedeva aiuto, mi ha detto che mi stava strangolando”. Dopo una serie di aggressioni il fidanzato ha cercato di strangolarla: “Ci sono stati due angeli custodi a cominciare dall’onorevole Borrelli che mi sta aiutando, senza di lui sarei stato solo. L’altro angelo è questa co-inquilina che vive con il ragazzo, convivono l’appartamento” e che quella sera ha chiamato la polizia.



“MIA FIGLIA STRANGOLATA DAL COMPAGNO”, PAPA’ GINO: “ORA ABITANO VICINI…”

Ma cosa succede adesso? C’è stata una denuncia ma: “I due abitano a duecento/cinquecento metri di distanza, a piedi un minuto o due, e lui non ha alcuna misura restrittiva che io sappia”. Il padre prosegue: “Mia figlia continua a giustificarlo, lui l’ha ricontattata, il classico che si vede nelle storie di violenze, ha pianto, ha chiesto il perdono, la classica storia. Credo che si sentano ancora anche se non ne sono certo al 100 per cento. Mia figlia adesso si è messa contro di me, giustificando questo ragazzo e dicendo che è lei lo fa innervosire, lei non vuole che io denunci o che agisca in nessun modo contro questo ragazzo”. E ancora: “Sono 5 o 6 mesi di aggressione e lo strangolamento per me è tentato omicidio, se non c’era la coinquilina mia figlia sarebbe morta”.

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