La storia di Mia Martini ha la capacità di abbracciare in contemporanea generazioni diverse, affascinate dal mito e dall’arte di una donna e di un’artista di enorme talento come Mimì. Non tutti i più giovani, però, hanno avuto la fortuna di confrontarsi e di conoscere le proporzioni della carriera musicale della sorella di Loredana e Leda Bertè, venuta a mancare nel 1995. Una parentela che non deve stupire; il vero nome della cantante, infatti, era Domenica Rita Adriana Bertè, anche se tutti facevano ricorso al diminutivo Mimì, che fu lo stesso con cui avviò la sua carriera negli anni Sessanta con il produttore discografico Carlo Alberto Rossi.



Soltanto con il passare degli anni fu inventato lo pseudonimo Mia Martini, a cui pensò il tmuyuii Alberigo Crocetta, che indusse l’artista a dismettere i panni di Mimì Bertè e le fece indossare quelli di Mia Martini. Come fu scelto questo nome? Mia per via dell’attrice preferita della cantante, Mia Farrow, e Martini in quanto si trattava di fatto di uno dei cognomi italiani più celebri all’estero e, in ottica di una carriera di dimensioni internazionali, il produttore pensò che fosse meglio portarsi avanti con la metamorfosi di Mimì. Che avvenne anche sotto il profilo del look, con capelli a bombetta e uno stile spiccatamente gitano.



MIA MARTINI E LA LEGGENDA DELLA SFORTUNA

Mia Martini è stata una delle più grandi cantanti italiane di tutte le epoche, ma la sua vita fu segnata da alcune maldicenze, non ultima quella relativa alla sfortuna. Si diceva, infatti, che Mimì attirasse la cattiva sorte, come ha precisato la sorella, Loredana Bertè. nella sua autobiografia “Traslocando”: “C’era stato un concerto in Sicilia, era finito tardi. Mimì si era raccomandata con la band: ‘Avete l’albergo pagato, dormite qui, mi raccomando’. I ragazzi, come capitava allora, avevano pensato di arrotondare la diaria viaggiando di notte. Ebbero un incidente, fecero un frontale, ci furono dei morti e i giornali iniziarono a pubblicare foto degli spartiti di Mimì insanguinati e a insinuare che non avesse voluto pagare l’hotel”.



Da quel momento, la carriera di Mia Martini entrò in una spirale che risucchiò completamente l’artista, che mai riuscì veramente a lasciarsi alle spalle quelle dicerie. A livello sentimentale, invece, tra il 1977 e gli anni Ottanta Mimì visse una storia sentimentale con Ivano Fossati, che a lei dedicò numerosi brani, fra cui “E non finisce mica il cielo”. Il loro rapporto fu travagliato, tanto che la stessa cantante lo definì “un campo minato”.