Mia Martini e il rapporto con Loredana Bertè

Mia Martini, non solo la sorella di Loredana Bertè, ma anche una delle voci più belle e strazianti del panorama musicale internazionale. Un’Artista senza tempo la cui voce e musica continuano ad emozionare generazioni su generazioni. Il percorso sulla terra di Mia Martini è stato pieno di sofferenze e dolori, ma anche gioie. Il canto, l’amore, il rapporto conflittuale con la sorella Loredana, le malelingue sul suo conto che sono state come una ferita mai rimarginata nella sua vita. Proprio la Bertè, ospite di Verissimo, ha parlato e ricordato l’amata sorella: “aveva solo 3 anni più di me, eravamo sempre insieme, vivevamo in simbiosi. Ci proteggevamo reciprocamente”. Un’infanzia difficile segnata da un padre padrone come ha raccontato proprio la Bertè: “avevamo un padre padrone, erano liti continue. A 15 anni ce ne siamo andate a Roma”.



In quegli anni hanno condiviso anni indimenticabili a Roma anche in compagnia del grande amico Renato Zero. Poi l’arresto di Mimì: “le avevano messo uno spinello in tasca e si fece due anni a Tempio Pausania. Ero sconfortata. Andavo a trovarla tutti i lunedì. Quando è stata liberata, prima del processo, l’abbiamo chiusa in una soffitta per un anno intero, poi il reato è andato in prescrizione, non hanno rotto più le pa**e, ma noi l’abbiamo nascosta un anno intero. Mimì ha avuto una vita d’inferno. Poi le malelingue, l’ignoranza della gente, quelli che le hanno appiccicato l’etichetta di portaiella l’hanno fatta morire dentro. Si è rifiutata di cantare per 15 anni”.



Loredana Bertè sulla sorella Mia Martini: “Quando una è brava l’unica cosa che puoi dirle è che porta iella per eliminarla”

Proprio le malelingue hanno distrutto la vita di Mia Martini. Proprio la sorella Loredana Bertè ricordando quegli anni di grande dolore ha detto: “quando una è brava l’unica cosa che puoi dirle è che porta iella per eliminarla. Anche l’ultimo tecnico del cavo si toccava le parti basse quando arrivava, molti registi noti di cui non farò i nomi non l’hanno più voluta, dicevano ‘magari si incendia il teatro, casca la scenografia’. Andò a Bagnara Calabra, usciva all’alba con i pescatori e cuciva le reti. E’ una sofferenza continua”. Un dolore che non passa mai con la Bertè che ha ammesso: “io mi sento in colpa, perché ho viaggiato tantissimo, ho conosciuto tantissime persone, ho visto chiunque suonare. Forse un viaggio di meno e starle più vicino avrebbe potuto far cambiare le cose”.



Non solo, la Bertè ha un grandissimo rimpianto: “una cosa non mi perdono, non aver preso il telefonino che mi aveva dato perché non mi si trovava. Io avevo messo il fax, che era di De Andrè, per non essere obbligata a rispondere. Chissà come sarebbero andate le cose se avessi preso il telefonino. Con le è morta una parte di me. Io lo sento che quando sono sul palco, lei è dentro di me. E’ lei che mi dà l’energia per concerti che secondo la gente sono pazzeschi. Penso che Mimì oggi sarebbe orgogliosa di me”. Infine la Bertè ha aggiunto: “se la sogno? Si ogni tanto la sogno. Quando è il nostro compleanno metto due sigarette davanti all’unica foto che abbiamo insieme e dico ‘Mimì questa è la tua sigaretta’ e le dico ‘buon compleanno’. Mi manca da morire. Lei è stata una grande musa per Fossati”.