Mia Martini, sorella di Loredana Bertè, è una donna dal vissuto molto controverso. Condizionata – sostiene la Bertè – dalle esperienze infelici relative alla sua infanzia, Mia non è mai stata del tutto serena. Nemmeno il successo è bastato a esorcizzare i demoni del passato, tanto più che la sua piena realizzazione dal punto di vista professionale è stata fortemente limitata da assurde calunnie circa il fatto che portasse ‘sfortuna’. Fu negli anni Ottanta, precisamente dopo l’uscita dell’album Miei compagni di viaggio, che Mimì decise di abbandonare la musica, principalmente a causa delle voci sul suo presunto ruolo di ‘iettatrice’. Nel 1989 tornò in scena sul palco del Festival di Sanremo, in gara con il brano Almeno tu nell’universo, dopo aver affrontato un lungo periodo di depressione. Nel 1995 annunciò la ripresa dei concerti con una tournée che avrebbe visto partecipe Mimmo Cavallo e i suoi musicisti. Ai problemi psicologici, anni prima, si era aggiunto un fibroma all’utero per il quale la cantante non intendeva operarsi, temendo possibili ripercussioni sul suo timbro di voce. Per questo motivo, i medici le avevano prescritto degli anticoagulanti, che Mia però assumeva in dosi eccessive. Queste le parole di Mario Luzzato Fegiz, che non ha mai creduto che la cantante si fosse uccisa intenzionalmente: “Lei aveva un fibroma all’utero e il dottore le disse che poteva prendere delle pillole per pochi mesi, solo per contenere il male, dopo di che avrebbe dovuto assolutamente operarsi”, ha spiegato il critico in un’intervista a Giovanni Minoli. “Lei invece aveva una terribile paura di questo intervento e continuò a prendere per mesi queste pillole. Io credo poco alla teoria del suicidio e dell’overdose di cocaina. Però anche lì, la fretta con cui è stata cremata la salma e gli esami tossicologici non fatti, non hanno fatto altro che fomentare questo piccolo giallo”.



La scomparsa di Mia Martini secondo amici e colleghi

Altri amici, nel corso degli anni, hanno continuato a ricordare Mia Martini particolarmente in relazione alla sua scomparsa. Queste le parole di Ornella Vanoni, che si sofferma sul suo stato d’animo quasi sempre inquieto: “Conoscevo bene Mimì, l’ho vista nascere, mollare, tornare a nascere quando ci eravamo incontrate l’ultima volta in autunno, mi aveva dato l’impressione di una donna disperata che faceva gran fatica a vivere”. Renato Zero conferma che la Martini, all’epoca, era anche alle prese con una malattia destinata a peggiorare, in mancanza di debite cure: “Mimì stava assumendo dei farmaci per ritardare un intervento per il fibroma all’utero, temendo che l’operazione avrebbe potuto compromettere le sue abilità canore”. L’impresario Nando Sepe spiega che si era già accorto che qualcosa in lei non andava, nei giorni precedenti: “Il manager della band diceva: ‘Mimì è strana’. Si stancava subito”. Fu lui ad allertare le forze dell’ordine, dopo tre giorni di squilli a vuoto.

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