Un altro film che ha visto impegnati insieme sul set Renato Pozzetto ed Eleonora Giorgi, a dir la verità prima di Mani di fata, è Mia moglie è una strega, diretto da Castellano e Pipolo e uscito nei cinema nel 1980. Probabilmente ispirata a Ho sposato una strega del 1942 (anche se i registi si sono sempre espressi contro tale ipotesi), la pellicola si apre nel 1656 a Roma, quando il cardinale Emilio Altieri (Renato Pozzetto) condanna al rogo Finnicella (Eleonora Giorgi) con l’accusa, non certo infondata, di stregoneria. Prima dell’esecuzione, il diavolo, sotto le vesti di Asmodeo (Helmut Berger), promette alla sua amata strega che la riporterà in vita dopo 333 anni, 33 mesi e 33 giorni per potersi vendicare.



Il sortilegio ha effetto e, complici i lavori per la realizzazione della metropolitana, l’urna con le ceneri di Finnicella viene rotta e la strega torna in vita in un caotico presente, dove causalmente si imbatte con Emilio Altieri, discendente dell’odiato Cardinale che porta anche il suo nome e che come lavoro fa l’agente di borsa. Solo l’intervento di Asmodeo convince la donna a perpetrare la sua vendetta in modo piuttosto sottile, facendo cioè innamorare Altieri di lei per poi eliminarlo.



Finnicella cerca così di sedurre Emilio in diversi modi, utilizzando anche i suoi poteri, cosa che consente di dar spazio a gag in cui Pozzetto ben si esprime strappando diverse risate. La strega, non vedendo realizzarsi il suo piano, decide di ricorrere a un potente filtro d’amore, ma non tutto andrà secondo i suoi progetti. E nemmeno secondo quelli di Asmodeo. Del resto, come recita il detto popolare, le donne ne sanno una più del diavolo.

Eleonora Giorgi ha recentemente parlato di Mia moglie è una strega con film.it, spiegando di aver “adorato questa streghina che aveva un temperamento, ma era comunque immersa in buoni sentimenti. Si proponeva come un cartone animato”. In effetti è forse questa caratteristica ad aver reso tanto amato il film (che ha incassato una cifra equivalente a circa 20 milioni di euro di oggi). Oltre ovviamente all’interpretazione di Pozzetto. “Adoravo Renato, fa parte di quei grandi talenti con cui ho avuto la fortuna di lavorare. Lui era il Re dei comici lenti: pensiamo alle sue reazioni stupite, queste mi permettevano di essere veloce e candida”, ha aggiunto la Giorgi.



Seppur con qualche effetto speciale piuttosto “casalingo”, Mia moglie è una strega va anche ricordato per la coppia di registi e sceneggiatori, Castellano e Pipolo, che hanno diretto Pozzetto anche in altri occasioni, come ne Il ragazzo di campagna, e che hanno anche lavorato per Steno o per altri colleghi come i fratelli Corbucci. Pipolo è tra l’altro Giuseppe Moccia, padre di Federico, i cui film sono diventati notissimi nel primo decennio dei Duemila tra i giovanissimi.

Qualche curiosità per chiudere su questo film. Sui titoli di coda si può sentire una canzone, dal titolo “Magic”, cantata dalla stessa Eleonora Giorgi. Diventate invece un culto, tra chi mastica finanza, le Canistracci Oil, azioni di cui Altieri è pieno, ma che non valgono niente. Almeno finché la magia di Finnicella non ci mette lo zampino.