Sono ore di ansia e di profonda angoscia per il destino della piccola Mia Montemaggi, bambina di otto anni rapita nella giornata di martedì 13 aprile 2021 a Poulières (Vosgi), in Francia, da tre uomini non ancora identificati. La piccola si trovava in quel momento a casa della nonna che, intorno alle 21 di ieri, ha lanciato, disperata, l’allarme.



Come si legge nell’appello diramato dal Ministero della Giustizia del Paese transalpino, la bimba, di razza europea, alta 1.30 metri, occhi marroni, capelli lunghi castani con frangia, indossa piccoli orecchini d’oro con un disegno rosso ed è vestita con pantaloni neri, una maglietta, un gilet grigio con cerniera e puntini dorati, un piumino bianco con pois neri e una fodera di pelliccia bianca. Il rapimento sarebbe avvenuto attorno alle 11.30 da parte di tre uomini europei, due dei quali di età compresa tra i 25 e i 35 anni (uno dei quali ha una croce tatuata sul collo), mentre un terzo rapitore avrebbe un’età compresa fra i 45 e i 50 anni.



MIA MONTEMAGGI RAPITA: LA MADRE NON POTEVA VEDERLA, C’ENTRA LEI?

Mia Montemaggi, bambina di appena otto anni d’età, è stata dunque rapita, per ragioni ancora tutte da chiarire, anche se, in base a quanto si legge nell’appello diffuso dal Ministero della Giustizia francese, non solo è probabile che la piccola e i suoi sequestratori stiano viaggiando all’interno di un transporter Volkswagen color grigio antracite, ma potrebbe anche essere plausibile l’ipotesi che la ragazzina possa essere accompagnata dalla madre Lola Montemaggi, che non può vederla da sola (i motivi non sono stati resi noti, ndr). Lola Montemaggi ha 28 anni, è alta un metro e settanta centimetri, è molto magra, ha i capelli color castano chiaro, due tatuaggi a forma di stella tracciati su un polso ed è probabilmente alla guida di una Peugeot 207 nera, registrata BZ 370 GZ. Chiunque localizzate la bambina, non dovrà intervenire personalmente, bensì chiamare con immediatezza lo 0 800 36 32 68 o inviare una mail all’indirizzo di posta elettronica alerte-enlevement@gendarmerie.interieur.gouv.fr. Nella speranza che questa brutta storia possa concludersi con un lieto fine.

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