Micaela Ramazzotti si racconta tra l’amore per il cinema e le serie tv e il ruolo della donna che cambia sempre di più, a partire proprio dal mondo dello spettacolo. “La strada da fare è ancora lunga. Noi donne abbiamo avuto tutto in ritardo, il diritto al voto, la possibilità di studiare – spiega nell’intervista pubblicata tra le pagine de La Stampa – Ora stiamo andando avanti. La donna è ancora super sfruttata, le battaglie sono ancora tante, è dura, ma bisogna ribellarsi”.
Micaela Ramazzotti si dice “molto fiduciosa” nelle giovani generazioni, nelle migliaia di ragazze e ragazzi che “stanno vivendo un periodo difficile, tra la pandemia, la guerra, quello che sta accadendo in Iran, ma i nostri figli riusciranno a realizzare la svolta, anche nel nostro Paese, hanno gli strumenti per riuscirci”. Pensa infatti che i ragazzi “compresi i miei e i loro amici, sono molto consapevoli, hanno l’abitudine di fare la raccolta differenziata, sono cresciuti con un senso civico marcato. Io, alla loro età, non ero così consapevole, informata”.
Micaela Ramazzotti: “serie tv sono il futuro, ma spesso esaltano criminali”
A oggi, Micaela Ramazzotti confessa che il cinema è ancora capace di farla sognare e immagina il futuro del mondo dello spettacolo. “Anche se il linguaggio è diverso, sia le serie che le storie cinematografiche vanno a onde, si parte a bomba, poi c’è una parte centrale che spesso coincide con una stasi, poi il picco finale. Le serie sono il futuro e poi sono importanti perché stanno dando lavoro a tanta gente – racconta a La Stampa – Io però continuo ad andare al cinema, anche se certe volte mi succede di trovarmi da sola”.
Attrice e regista, Micaela Ramazzotti si definisce “da sempre una grande appassionata di cinema orientale, mi piacciono gli attori e i registi asiatici, il modo con cui descrivono il loro mondo. Al cinema bisogna andare perché in sala si può scegliere di spegnere il cellulare, i messaggi non arrivano e la connessione con il regista, con la storia che vuole contattare, diventa autentica”. In merito al suo recente impegno nei panni di Lea Garofalo, in una serie su Disney+, riconosce che oggigiorno “in genere queste vicende vengono affrontate da una prospettiva diversa, esaltando gli stessi criminali, quasi celebrandoli”, mentre per sé ha scelto una rappresentazione in cui “il criminale è criminale, non c’è compiacimento, non c’è alone di fascino. La forza è anche nella serietà della narrazione, che rende giustizia alle figure femminili”.