Prima Dell’Utri, ora Micciché svelano il medesimo “retroscena”: intervistato da “Repubblica”, il plenipotenziario di Forza Italia in Sicilia, nonché Presidente dell’Ars siciliana Gianfranco Miccichè si dice certo che i voti per Berlusconi al Quirinale potrebbero provenire in soccorso da Italia Viva.

«Matteo Renzi mi ha detto che se a Berlusconi dovessero mancare solo quelli, i voti di Italia Viva sarebbero garantiti», ha confidato a “Rep” l’ex 5 volte parlamentare forzista. Mentre i leader ufficialmente rispondono positivamente all’appello di Enrico Letta di non occuparsi di Quirinale prima di aver blindato la Manovra, il “sottobanco” parlamentare produce da giorni ormai ipotesi, totonomi e scenari per cosa succederà dalla metà di gennaio in avanti. Micciché riferisce dell’indiscrezione dopo una cena avuta lo scorso ottobre a Firenze: sul tavolo c’erano gli accordo per le Comunali in Sicilia, per le prossime Elezioni a Palermo (2022) e durante il Menù prestigioso dell’enoteca Pinchiorri il tema “Colle” non è stato scartato affatto.



RENZI, BERLUSCONI E DELL’UTRI

Secondo “Repubblica” Renzi starebbe tentando come piano A una candidatura di Centro (con Pierferdinando Casini in cima alla lista in questo particolare scenario), ma non disdegnerebbe un appoggio al Cavaliere qualora si arrivasse dopo la quarta votazione in Parlamento ad un “redde rationem”. Il retroscena è pressapoco lo stesso raccontato da Dell’Utri negli scorsi giorni: dopo una cena ad Arcore lunedì scorso, l’ex avvocato che ha passato gli ultimi 5 anni in carcere, si è presentato con questa battuta davanti a Berlusconi, «Silvio, stai tranquillo, ho parlato con Renzi: da quelle parti ti vota anche la segretaria», seguita da una rassicurazione, «Mi ha detto di fidarci di lui che ha fatto cadere Conte e io mi fido». Una prima smentita era già avvenuta ieri con l’intervista di Maria Elena Boschi sul “Corriere della Sera”, ma da Italia Viva si notifica quanto segue dopo le parole di Miccichè e dell’‘ambasciatore’ tra i partiti Dell’Utri, «Chi evoca il nome di Renzi – scrive in una nota l’ufficio stampa del partito – lo fa per una questione di propria visibilità. Ciò che Renzi pensa della corsa per il Quirinale e dell’attuale – difficile – fase politica lo dirà lui stesso nel discorso finale alla Leopolda domenica 21 novembre alle 12». Dopo le polemiche sull’inchiesta della Fondazione Open, con la sinistra sul piede di guerra contro l’ex Premier Renzi, l’avvicinamento verso il Centrodestra del senatore di Rignano viene visto da diversi retroscenisti come un potenziale scenario in vista della corsa al Quirinale.



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