I legali di Fabrizio Miccoli non ci stanno: gli avvocati dell’ex Palermo e Juventus hanno contestato la sentenza di condanna a 3 anni e 6 mesi di carcere per estorsione aggravata da metodi mafiosi ed hanno annunciato ricorso. Come riporta La Gazzetta dello Sport, Gianpiero Orsino ha sottolineato: «Questo procedimento è iniziato in primo grado quando c’era già una richiesta di archiviazione da parte della Procura che è stata rigettata. Imputazione coatta, quindi». Ma non solo, aggiunge il difensore: «La stessa procura in tempi non sospetti aveva deciso di non chiedere il processo perché non c’era alcuna ipotesi di reato su Miccoli». Così, invece, Giovanni Castronovo: «Faremo ricorso per Cassazione certi che almeno a Roma troveremo un giudice scevro da condizionamenti esterni che possa acclarare l’estraneità dell’ex capitano rosanero rispetto all’intera vicenda». A suo avviso, inoltre, l’ex calciatore pagherebbe la frase offensiva rivolta a Falcone registrata in un’intercettazione. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
MICCOLI CONDANNATO PER ESTORSIONE AGGRAVATA DAL METODO MAFIOSO
E’ stato condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione Fabrizio Miccoli, ex calciatore del Palermo a processo con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso. La sentenza, come spiega Corriere.it, è giunta nella giornata odierna dalla Corte di Appello di Palermo che ha confermato la condanna già inflitta all’ex bomber in primo grado. Una decisione giunta dopo circa tre ore di camera di consiglio al termine della quale i giudici hanno accolto la tesi dell’accusa. Nonostante fosse stato presente in aula questa mattina, al momento della lettura del dispositivo Miccoli non ha ascoltato in prima persona la decisione dei giudici del secondo grado. La vicenda giudiziaria che vede coinvolto l’ex capitano del Palermo prende il via con gli interrogatori del 2013. All’ex attaccante furono contestati assidui contatti con esponenti di Cosa nostra, nonché rapporti ambigui con il figlio di un mafioso latitante per il recupero di un credito e una frase choc sul giudice Falcone definito “un fango”. Sono essenzialmente questi i motivi che hanno spinto il sostituto pg Ettore Costanzo a chiedere la conferma della condanna a carico di Miccoli.
FABRIZIO MICCOLI CONDANNATO A 3 ANNI E 6 MESI: DIFESA ANNUNCIA RICORSO
Nel corso della sue requisitoria, il pg ha voluto porre l’accento proprio sull’intercettazione ambientale in cui Miccoli, mentre passava davanti all’albero che sorge davanti all’abitazione a Palermo di Giovanni Falcone, ucciso nella strage di Capaci, parlando di lui lo definì “un fango”. All’epoca l’ex calciatore tentò di giustificarsi chiedendo scusa alla famiglia del magistrato ucciso. Le accuse di estorsione aggravata dall’agevolazione di Cosa nostra fanno riferimento al fatto che Miccoli avrebbe sollecitato Mauro Lauricella, figlio del boss della Kalsa, a chiedere la restituzione di 20mila euro all’imprenditore Andrea Graffagnini per conto del suo amico Giorgio Gasparini. Soldi, questi, frutto della cessione della discoteca Paparazzi di Isola delle Femmine. Lauricella fu condannato a un anno per violenza privata in primo grado, poi in Appello a 7 anni per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Intanto l’avvocato Gianpiero Orsino, uno dei legali di Miccoli, come riferisce Unione Sarda, ha già annunciato il ricorso contro la sentenza di Appello: “Oggi abbiamo una persona assolutamente estranea per fatti tanto gravi che non lo possono riguardare. Anche un profano, leggendo le carte, si accorgerebbe che non è come stabilito nella sentenza. Ci ritroviamo davanti a una condanna che non ha alcuna rispondenza con i fatti”, ha commentato.