Una splendida notizia per Michael Bublè: il figlio, affetto da tumore al fegato da cinque anni, è guarito. A comunicarlo è stato lo stesso artista canadese mostrandosi visibilmente commosso «Questa non è tristezza. È felicità per l’amore che ho ricevuto». Un pianto ovviamente di gioia dopo che nel 2016, al piccolo Noah di soli 3 anni, venne diagnosticato appunto un cancro al fegato che fece mettere in stand by tutti i progetti di Michael Bublè. «Abbiamo fatto un ultimo esame dopo e 5 anni sta bene – le parole rilasciate al Corriere della Sera – quando è uscito “Love” nel 2018 non ero ancora pronto, ero un sopravvissuto, avevo subìto il colpo».



«Mia moglie mi ha preso e mi ha salvato – ha proseguito – ho capito che non sono speciale e che nella vita tutti passiamo da momenti duri e di sofferenza. Penso a chi nel mio Paese, e intendo l’Italia (ha passaporto italiano ndr) ha perso qualcuno durante la pandemia. Sono cose che o ti distruggono o ti costruiscono, ma per certo ti definiscono. Ora sono un uomo riconoscente e felice». Noah è impresso indelebile sull’avambraccio di Michael Bublè assieme ai nomi di Elias e Vida Amber Betty, gli altri due figli avuti da Luisana Lopilato, l’attrice argentina nonché moglie del cantante. «Ne devo fare uno nuovo – ha però sottolineato – visto che è in arrivo il quarto».

MICHAEL BUBLE’, FIGLIO NOAH GUARITO DAL TUMORE, ED E’ IN ARRIVO IL NUOVO ALBUM…

E sempre Noah compare nei crediti del nuovo album in uscita Higher, co-autore di una traccia: «Stavo scrivendo con Ryan Tedder e gli ho detto che mio figlio mi aveva appena cantato un ritornello interessante. Lui l’ha voluto sentire e in 30 minuti è nato il brano. Abbiamo capito subito che sarebbe stata una hit». Nel nuovo progetto Michael Bubleè non intende snaturare se stesso, continuando con le grandi orchestrazioni e lo swing, lui che è uno dei massimi interpreti al mondo di questo genere.

«Un amico mi ha detto che dopo 20 anni in cui facevo tutto io, avrei dovuto mollare qualcosa per avere un sound fresco e diverso. Nessuno è più bravo di me a fare dischi con gli standard, sono un interprete del great american songbook e sento il diritto di stare a fianco dei miei miti. Per il pop, invece, il produttore Greg Walls ha subito ha capito dove stava la linea giusta: non dovevo sembrare alla ricerca disperata di qualcosa che non sono, ma dovevo essere fresco». A fine aprile scatterà il tour mondiale anche se per ora non toccherà l’Italia. Ma Michael Bublè rassicura: «A causa della pandemia c’è stato qualche problema di organizzazione, ma verrò anche in Italia, non c’è dubbio».