Michael Douglas e il figlio Cameron, in una lunga e toccante intervista rilasciata ai microfoni del magazine People raccontano il difficile momento che hanno dovuto affrontare insieme. Oggi, Cameron è un uomo di 40 anni, sereno, felice e innamorato della compagna Viviane Thiebes e della loro bambina, Lua, di 22 mesi. Nel suo passato, però, Cameron ha affrontato un periodo difficile a causa della dipendenza dall’alcol e dalla droga. con lui hanno sofferto anche i genitori come racconta lo stesso Michael Douglas che, insieme alla madre di Cameron, ha fatto di tutto per aiutarlo e superare le sue dipendenze. “All’inizio era solo erba e alcol, ma in breve ha cominciato ad abusare di cocaina, eroina e a vendere metanfetamine… Temevo che lo avrei perso”, racconta Michael Douglas che, in un confronto con il figlio, parla per la prima volta della grande paura provata di fronte all’incapacità di aiutare il figlio come avrebbe voluto.



MICHAEL DOUGLAS E IL FIGLIO CAMERON: “CI SONO STATI MOMENTI IN CUI ABBIAMO PERSO LA SPERANZA”

Tutto è cominciato quando Cameron era solo un adolescente. Inizialmente i problemi di Cameron erano legati all’alcol e all’erba, poi è arrivata la droga più pesante. “Tutto è cominciato quando era un adolescente, erba, alcol, poi è passato alla coca e all’eroina e a 20 anni girava già con una pistola e vendeva metanfetamine per sostenere quella che era diventata una abitudine a spirale…”, racconta il 75enne. Da parte sua, Cameron ammette di odiare ciò che stava diventando, ma di non riuscire a smettere. “Odiavo il relitto che stavo diventando a causa della droga, ma non riuscivo proprio a smettere…”, spiega Camero: “Ci sono stati momenti in cui la speranza si è ridotta ad un lumicino…La vita è diventata una serie di crisi ininterrotte. Pensavo che lo avrei perso”, aggiunge Michael, che ricorda di aver creduto che no ci fosse più una soluzione: “Per un certo periodo Cameron sniffava coca ogni giorno, è un gioco subdolo e quando arrivi a quel punto ci sono solo due opzioni o la galera o la morte”. Fortunatamente, nessuno si è mai arreso e l’incubo è finito nel 2016.

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