Michael J. Fox torna a comparire in pubblico commuovendo i più. L’occasione è stata la consegna degli Oscar alla carriera, una statuetta onoraria che l’Academy ha voluto appunto consegnare all’immenso protagonista della saga Ritorno al futuro, ricordiamo, colpito in tenera età dal Morbo di Parkinson. Michael J. Fox si è recato sul palco presso la sala dove erano in corso i Governor awards di Los Angeles per ricevere l’ambito riconoscimento per la sua attività instancabile nel procurare fondi per la ricerca di una cura contro il Parkinson. L’attore, come ricordano i colleghi del sito di RaiNews, ha fondato la “Michael J. Fox Foundation for Parkinson’s Research” nel 2000, ed è stato presentato dal collega Woody Harrelson.



Parlando dal palco durante la premiazione, ha ricordato di essere stato colpito da questa terribile malattia a soli 29 anni e di come “La parte più difficile”, sia stata “nell’affrontare la certezza della diagnosi e l’incertezza della situazione”. Michael J. Fox, oggi 61enne, ha voluto ringraziare la moglie Tracy Pollan, di anni 62 anni per il suo “incrollabile sostegno”, da sempre accantogli in questa dura sfida contro una malattia incurabile. Fox e Pollan sono infatti sposati dal luglio del 1988 e insieme hanno avuto quattro figli, Sam, 33 anni, Aquinnah, 27, Schuyler 27 ed Esmé, di 21.



MICHAEL J. FOX, HARRELSON: “LA SUA UNA MISSIONE CORAGGIOSA”

Concludendo il suo discorso, con a fianco la moglie, Michael J. Fox ha aggiunto: “Non posso credere di essere rimasto qui per così tanto tempo, è un miracolo”, strappando come sempre un sorriso misto a lacrime ai presenti.

Come detto sopra, Michael J. Fox è stato premiato dal collegata Woody Harrelson, co-protagonista in “Doc Hollywood” (del 1991), e che ha ricordato i miliardi di dollari che l’attore ha raccolto per la ricerca sul Parkinson: “Questo ragazzo era un maestro della commedia”, ha spiegato, per poi aggiungere “Ha trasformato una diagnosi agghiacciante in una missione coraggiosa. Michael J. Fox non ha mai chiesto il ruolo dell’avvocato del Parkinson, ma è la sua migliore interpretazione”.