MICHAEL JORDAN E ‘AIR NIKE’: LA STORIA DELLE MITICHE SNEAKERS
Michael Jordan e le Nike Air, un connubio che ha fatto storia e ha cambiato per sempre non solo la storia del brand statunitense, ma il mondo del marketing sportivo e contribuendo pure a scrivere un altro capitolo della leggenda del basket NBA. Questa sera nella nuova puntata di “Che Tempo Che Fa” su Rai 3 Ben Affleck sarà ospite nel salotto tv di Fabio Fazio per presentare “AIR – La storia del grande salto”, il film corale nelle sale dal prossimo 6 aprile e che racconta della genesi della partnership rivoluzionaria tra una Nike molto meno famosa dell’iconico marchio diventato oggi e un Michael Jordan ancora giovane. Ma qual è la storia di questa prima, vera ‘collab’ e di quel visionario manager della Nike, Sonny Vaccaro, interpretato sul grande schermo da Matt Damon?
Andiamo con ordine e facciamo un salto indietro nel tempo, precisamente a metà degli Anni Ottanta quando ancora Nike non era un nome conosciuto e Michael Jordan era ancora lontano dal diventare “his Airness” (dal suo soprannome, Air, che ne ricordava le qualità atletiche) oltre che uno dei più grandi atleti di ogni tempo non solo del basket ma di ogni sport. Anzi, per capire la portata di quella che abbiamo poc’anzi chiamato rivoluzione basti pensare che il logo della linea Air Jordan oramai ha oltrepassato il mero ambito cestistico per diventare uno dei simboli più ricorrenti della modernità e di una certa cultura legata a essa. Ma come nacque questa linea di scarpe da pallacanestro introdotta nel 1984? Nike cercava di espandersi aprendo nuovi canali e battendo strade inesplorate e grazie alla lungimiranza di Sonny Vaccaro capì che il basket era una miniera d’oro e che il giovane Michael il nuovo profeta di questo sport.
‘AIR JORDAN’, RIVOLUZIONE NEL MONDO DELLO SPORT E DELLA CULTURA POP
Non solo una scommessa: in un periodo non propriamente facile, l’azienda dell’Oregon produttrice di calzature decise pure di investire non poche risorse, ‘accaparrandosi’ quel talento in erba prima di altri competitor molto più blasonati e ricordando che in quel periodo a fare da padrona sul mercato era l’onnipresente Adidas. Grazie al design creativo di Peter Moore, nacque così il logo con le ali che cingono un pallone da basket, mentre Vaccaro fu protagonista della parte che arrivò a far stipulare a Jordan un contratto di oltre 2 milioni di dollari per cinque anni (record all’epoca per un atleta ancora non professionista). Risultato? Da allora una serie di paia di scarpe da basket create per l’atleta fino al 2009 e un nome che è sinonimo di successo, stile e design ancora oggi, avendo fatto anche la storia non solo di Nike ma del costume; anzi le sneakers create apposta per Jordan sono uno dei momenti della transizione dello sport verso la modernità, senza dimenticare il tema dell’esaltazione della personalità e l’unicità dell’atleta attraverso una griffe o un prodotto, accentuando anche il senso di “appartenenza” per chi lo acquista.
Anche se Jordan debuttò con le Air Ship e solo successivamente arrivarono le mitiche Air Jordan 1, da allora se n’è fatta di strada: dal prezzo di lancio di 65 dollari, si è arrivati l’anno scorso complessivamente a oltre 30 edizioni senza dimenticare la fetta di mercato del cosiddetto ‘reselling’ di prodotti esclusivi o in edizione limitata a cifre astronomiche (si parla di migliaia di dollari…). E pensare che nel 1984 colui che ispirerà l’iconico “jumpman” della linea non voleva saperne di firmare (preferiva Adidas o Converse), non immaginando che quella linea sarebbe uscita dal campo da basket per entrare nello streetwear, al cinema, nel mondo della musica. “Mamma, non con Nike” pare abbia detto un giovane Michael alla mamma che, invece, gli consigliò di andare comunque ad ascoltare la loro proposta anche perché era l’unica a voler creare una linea dedicata interamente a lui, rischiando molto economicamente. Il resto, come si suol dire, è storia…