Il nome di Michael Schumacher torna al centro delle cronache sportive grazie ad un’intervista rilasciata nelle scorse ore da Ross Brawn, ex team principal della Ferrari Formula 1 nonché dell’omonima scuderia Brawn. Parlando con F1-Insider, il volto noto del circus si è soffermato sul ritorno di Michael Schumacher in pista datato nel 2010: il sette volte campione del mondo, dopo essersi ritirato dalle scene, aveva deciso di tornare sulle monoposto sposando il progetto Mercedes. Fu una decisione che non giovò al campionissimo tedesco, che non riuscì mai a ripetere le prestazioni sublimi ottenute con Benetton prima e Ferrari poi, ma Ross Brown sembrerebbe pensarla diversamente: “Era ancora velocissimo – le parole del manager britannico – lo ha dimostrato nel 2012 con la pole position a Monaco. Non è così quando non hai più quella capacità speciale”.



Quindi l’ingegnere ha paragonato Michael Schumacher a Lewis Hamilton: “Schumacher è stato sottovalutato. Simile a Lewis con George Russell, Michael aveva un giovane compagno di squadra, Nico Rosberg, che era incredibilmente bravo Anche Nico era allora sottovalutato. Tutti pensavano che fosse solo la seconda scelta, ma era un cane tosto, molto ambizioso e in seguito è diventato anche campione del mondo contro Lewis”.



MICHAEL SCHUMACHER, JEAN TODT: “E’ UN PRIVILEGIO POTER ESSERGLI VICINO”

In ogni caso l’apporto di Schumacher al team Mercedes, all’epoca ancora avaro di vittorie, è stato fondamentale per Ross Brawn: “Come pilota, devi sempre decidere se vuoi essere parte della soluzione o parte del problema. Michael ha ridefinito il suo ruolo all’epoca, quindi era parte della soluzione e ha contribuito a costruire la squadra che avrebbe vinto otto titoli Costruttori consecutivi. Si è sacrificato per il futuro della squadra, per così dire, e ha giocato un ruolo chiave nel gettare le basi per il suo successo”.



Di Michael Schumacher ne ha parlato di recente anche Jean Todt, altra grande figura della carriera di Schumi. Intervistato da La Gazzetta dello Sport negli scorsi giorni, l’ex presidente della Fia aveva spiegato: “Per me è davvero un privilegio poter essere vicino alla famiglia di Michael, le loro vite sono state sconvolte il 29 dicembre 2013. Da quel momento in poi, Corinna, Mick e Gina Maria sono stati costretti a vivere tutto in modo differente, nulla è stato più come prima. Sono cose che nella vita, purtroppo, possono succedere, ben più importanti delle corse e dei risultati sportivi”.