Bisogna preferire il coitus interruptus al preservativo anche per non arrecare danni all’ambiente: si tratta dunque anche di una scelta ecologica. Lo sostiene Michel Aupetit, arcivescovo di Parigi, il quale ha dato alle stampe un libretto dedicato all’enciclica di Montini. Stando a quanto riportato da Liberation, l’arcivescovo spezzerebbe una lanciata a favore del coito interrotto, e questo ha scatenato una bufera. Tra i vescovi ora si sta tornando a parlare di anticoncezionali e della enciclica di Paolo VI, Humanae Vitae, una delle più controverse e discusse già dopo la sua pubblicazione. Si tratta infatti di un monumento alla difesa della vita: Montini si opponeva all’uso degli anticoncenzionali. Da allora quella posizione non è mai stata rivista da nessun pontefice. Ora ad affrontare questo argomento è appunto Michel Aupetit, che prende in mano uno degli aspetti più dibattuti, considerato il “male minore”.



MICHEL AUPETIT “PRESERVATIVO? COITO INTERROTTO PIÙ ECOLOGICO”

Non c’è alcuna apertura all’uso degli anticoncenzionali e alla pillola, ma una preferenza al coitus interruptus. L’arcivescovo Michel Aupetit si sofferma sull’argomento spiegando che «questa pratica di ritirarsi», anche se «non corrisponde ad un dono pieno di sé», serve a «responsabilizzare gli uomini», perché «nel caso in cui dovesse arrivare un bambino, ecco che (gli uomini) si sentono davvero coinvolti». Si tratta di una riflessione molto nota nel mondo cattolico e legata alla bioetica, perché l’introduzione e la diffusione della pillola anticoncezionale ha di fatto deresponsabilizzato l’uomo riguardo una eventuale gravidanza della partner. L’arcivescovo di Parigi Michel Aupetit nel libro Humanae Vitae, una prophetie, spiega poi che si tratta di una scelta anche ecologica. «I nostri padri e soprattutto i nostri bisnonni praticavano il coitus interruptus, certamente più difficoltoso ma certamente più ecologico».

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