MACRON NOMINA (FINALMENTE) IL NUOVO PREMIER: ECCO CHI È MICHEL BARNIER

Michel Barnier è stato nominato questa mattina nuovo Premier di Francia, chiudendo così (per il momento) la crisi istituzionale in corso dallo scioglimento del Parlamento dopo le Elezioni Europee di giugno 2024: la nomina del Presidente Emmanuel Macron giunge al termine di settimane di trattative e consultazioni “informali” (l’iter costituzionale Francia è diverso da quello italiano, ndr), dove il n.1 dell’Eliseo è riuscito a scontentare tanto la destra (esclusa a priori dalle stanze dei bottoni) quanto la sinistra del Nuovo Fronte Popolare che avendo vinto i ballottaggi delle Elezioni legislative 2024 puntava ad ottenere Premier e maggioranza di Governo.



Al 35enne Gabriel Attal seguirà dunque il 73enne Michel Barnier in quello che si avvicina nettamente ad essere un Governo “tecnico”: «Il presidente della Repubblica ha nominato primo ministro Michel Barnier, incaricandolo di instaurare un governo di unificazione al servizio del Paese e dei francesi». Un Governo di unità nazionale, come Draghi o ancora Monti prima di lui, che dovrà conquistare in Parlamento i voti necessari per non essere sfiduciato (anche qui lo schema costituzionale è diverso dall’Italia), e come spieghiamo qui sotto non sarà affatto facile. Secondo il comunicato di Macron, la scelta di Barnier va nella direzione di ottenere più consenso possibile per poter governare in condizioni “stabili”.



Intanto la Francia si appresta ad avere come Premier incaricato Michel Barnier, noto in Europa per essere stato il capo negoziatore dell’Unione Europea durante la Brexit inglese tra il 2016 e il 2021 con l’effettiva uscita dall’Europa del Regno Unito. Più volte commissario europeo per la Francia, di tradizione politica neogollista (repubblicano) ma stimato anche dalla componente più moderata del Centrosinistra francese: dopo quasi due mesi di impasse politica è Barnier il Premier scelto da Macron per andare a recuperare voti in Assemblea Nazionale dopo lo scontro successivo ai ballottaggi delle Legislative.



GOVERNO BARNIER MA RESTA IL REBUS SULLA MAGGIORANZA: IRA SINISTRA E DESTRA CONTRO MACRON

Ritenuto un uomo dell’intellighenzia di Bruxelles, il nuovo Premier non “scalda” né a sinistra né a destra e questo non fa che rendere ancora più complessa la partita in Parlamento del nuovo Governo francese. «Le Elezioni sono state rubate al popolo», è il primo commento durissimo del leader di LFI Jean-Luc Mélenchon, da giorni impegnato nella raccolta firme (già superata quota 200mila) per la destituzione del Presidente Macron, accusato di aver compiuto un “golpe istituzionale” non nominando Premier nel NFP e puntando invece solo a mantenere lo stesso schema di maggioranza con i partiti sconfitti tanto alle Europee quanto soprattutto alle Legislative 2024.

Il leader de La France Insoumise spiega come Macron non avendo scelto un nome del Nuovo Fronte Popolare, non può essere considerato autorevole nel suo ruolo e va destituito all’istante: «è in corso una negazione della democrazia, esorto alla mobilitazione più massiccia possibile per la manifestazione del 7 ottobre». Secondo il Rassemblement National di Bardella e Le Pen, la scelta dell’Eliseo è per un «fossile della politica» che conferma la crisi istituzionale in corso da mesi ormai, anche se la destra radicale di Francia non ha bocciato nettamente come era avvenuto sul nome del repubblicano Xavier Bertrand.

Raggiunto da BFMTV/RMC è interessante l’analisi politica del periodo molto delicato in Francia che fa il vicepresidente del Rassemblement National, Sébastien Chenu: sebbene il nome di Barnier non piaccia affatto, Le Pen non boccerebbe al momento l’ipotesi in quanto il nuovo Premier è atteso al vaglio del tema “proporzionale”. In sostanza, se il nuovo Governo si impegna a modificare la legge elettorale in favore di un sistema pienamente proporzionale – in vista di una nuova dissoluzione del Parlamento tra un anno (il tempo minimo imposto per legge dopo lo scioglimento delle Camere in giugno 2024, ndr) – ecco che RN potrebbe barattare la non sfiducia consentendo così la nascita del Governo di unità nazionale. Ad oggi, conclude Chenu e spiega anche la nota del presidente Jordan Bardella, la destra non boccia il Premier di Francia che si dice disponibile alla proporzionale così come sui temi chiave di migranti, sicurezza e rispetto politico per il partito che ancora oggi resta il primo per distacco in Francia, ovvero proprio il Rassemblement National (NFP e centristi macroniani hanno vinto le sfide ai ballottaggi grazie alle “desistenze” ma non detengono la maggioranza.